“Accogliere e poi lasciar andare dei piccoli che arrivano con un loro bagaglio e se ne andranno per una strada che io non conoscerò” di Claudio Bosetto

“Accogliere e poi lasciar andare dei piccoli che arrivano con un loro bagaglio e se ne andranno per una strada che io non conoscerò” di Claudio Bosetto

Dall’introduzione di Roberto Bianco alla lettura di testi di Claudio Bosetto in occasione del seminario “Emozioni che lasciano il segno … in memoria del maestro Claudio”, tenutosi alla Scuola Elementare Baracca il 18 febbraio 2016.  

Ho letto diversi scritti di Claudio Bosetto, alcuni li conoscevo già, altri mi erano nuovi, trattano una serie di argomenti: intelligenza emotiva, formazione di insegnanti, contrasto all’adulto centrismo,  necessità di rompere il silenzio e riconoscere il maltrattamento, prevenzione della sofferenza, soggettività, ascolto , gruppi di formazione, abuso.  “Apprendere dall’esperienza” credo sia la espressione più adatta per descrive questo lavoro di riflessione teorica che Claudio ha fatto negli anni: una continua attenzione a non perdere il contatto con la realtà e con l’esperienza concreta

Claudio era orgoglioso del proprio lavoro di insegnante, lo ricordava tutte le volte che iniziava un momento di formazione, un intervento in un convegno. Parlare di sé come maestro era l’occasione per parlare di bambini.  Desidero iniziare leggendovi un brano che indica che cosa vuol dire per Claudio essere un maestro. Una frase mi ha colpito che riassume in poche parole il lavoro di un maestro “Accogliere e poi lasciar andare dei piccoli che arrivano con un loro bagaglio e se ne andranno per una strada che io non conoscerò”.

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In questi giorni ho iniziato a “progettare” il percorso didattico del prossimo anno scolastico. Avrò di fronte un nuovo gruppo di bambini, di prima, che devono iniziare il loro percorso di apprendimento. Dovrò recuperare e rivedere il materiale didattico necessario, programmare unità di lavoro, rileggere qualcosa della vasta letteratura in merito, cercare le novità…

Ma intanto devo fare i conti con qualcos’altro: quale è il mio desiderio, quali sono i miei bisogni, quale la mia disponibilità.

Devo confrontarmi con la mia possibilità e desiderio di mettermi in gioco con quei bambini, di assumere certamente la posizione dell’adulto che deve educare ed insegnare, ma che è anche una persona intera, che non può scindere il proprio lavoro da sé.

E quindi mi devo chiedere se sono ancora capace di passione – che è un atteggiamento mentale, vitale e positivo, verso l’attività e verso l’oggetto dell’insegnamento – e di l’accoglienza, che è un atteggiamento mentale, vitale e positivo, verso gli allievi. Un’accoglienza che riconosca, rispetti e gioisca della alterità dei bambini, del loro essere portatori di una soggettività e di una bisognosità individuale radicalmente distinta dalla mia e da quella degli altri bambini.

Devo fare i conti col mio desiderio di lavorare per rendermi il più possibile inutile, dopo aver offerto ciò di cui sono capace. Accogliere e poi lasciar andare dei piccoli che arrivano con un loro bagaglio e se ne andranno per una strada che io non conoscerò.

 

Verrà infine il momento in cui avrò finalmente davanti quel gruppo e quei singoli allievi.

Il momento in cui la tecnica, l’ideale, si confrontano con l’originalità dell’esperienza, con la particolarità del gruppo, con l’unicità mia e di ogni bambino.

Dovrà iniziare un percorso di ascolto attento della competenza dei singoli allievi; in un confronto continuo con la mia capacità di tollerare il dubbio, l’incertezza, l’errore, dovrò accompagnare l’allievo in un cammino di consapevolezza delle proprie capacità evolutive, di tolleranza ed accettazione dell’errore e del limite.

È evidente quindi che anche nell’ambito più strettamente didattico i più importanti fattori di cambiamento sono sempre la condivisione e l’ascolto empatico, a cui è legata una rappresentazione autentica del bambino e una valutazione realistica del suo percorso scolastico.

Avere in testa il ragazzo nella sua unicità, credere nelle sue potenzialità per costruire un progetto chiaro e con obiettivi raggiungibili.