
06 Giu ALTRE DONNE PURTROPPO VERRANNO UCCISE E CI SARANNO ALTRI FREMITI DI INDIGNAZIONE … di Claudio Foti
Sono state 63 le donne uccise nel 2016, 55 fino ad oggi nel 2016 di cui 27 all’interno della coppia. In due casi su tre la violenza sulla donna avviene per mano di mariti e compagni, nel 26 % per mano degli ex compagni. Nel 16, 7% sono violenze conosciute da parenti ed amici e solo nel 8, 7% sono denunciate. In dieci anni sono morte 1740 donne. Il femminicidio scandalizza quando si manifesta in forme brutali e sconvolgenti, mediaticamente stimolanti, come nel recente episodio di Sara, la ragazza strangolata e bruciata a Roma dall’ex fidanzato.
Altre donne purtroppo verranno uccise e altri fremiti di indignazione si registreranno nei prossimi mesi, perché la cultura patriarcale che genera il femminicidio continua a non essere contrastata se non in forme molto blande. La cultura – maschilista e patriarcale – del narcisismo, dell’immagine trionfante, del mostrare invece dell’essere si sviluppa in una direzione opposta a quella della solidarietà nei confronti dei soggetti deboli: le donne, i bambini, gli anziani. La cultura del bullismo e della sopraffazione si diffonde e si radica nelle scuole incontrando una debole opposizione. La cultura delle emozioni, del rispetto dei sentimenti, della comunicazione dialogica – antitetica ai comportamenti del dominio patriarcale e della violenza – cresce sì, ma in maniera molto lenta e conflittuale come controtendenza spesso perdente. La cultura della mercificazione e dell’oggettivazione del corpo femminile – si radica nell’immaginario collettivo nella pornografia dilagante e nella strumentalizzazione estetica della donna a fini consumistici. Le madri che si oppongono ai padri violenti continuano ad incontrare sul piano sociale e sul piano giudiziario forti pregiudizi. Le madri che denunciano abusi sessuali sui figli sono guardate con sospetto, prima e al posto di qualsiasi indagine seria basata sull’ascolto del bambino: queste donne vengono spesso fraintese, stigmatizzate e loro stesse non ascoltate.
Nella vicenda drammatica di Sara si è sottolineato come parecchi passanti non si sono fermati e non hanno informato la polizia, ma gli atteggiamenti di indifferenza, di insensibilità, di opportunismo circondano abitualmente “strutturalmente” i crimini più diffusi, più dannosi e più impuniti: gli abusi ai danni delle persone in età minore.