ANCHE A SCUOLA BASTA UN RESPIRO…

ANCHE A SCUOLA BASTA UN RESPIRO…

Di Edoardo Giordano


L’intelligenza emotiva si sta sempre più affermando come una prospettiva culturale che risponde ad un’esigenza fondamentale nella formazione dei bambini, una capacità necessaria per il loro sviluppo cognitivo e personale. Infatti sono numerosi ormai gli studi che dimostrano le potenzialità dell’intelligenza emotiva fin dall’età scolare. Maggiore empatia, migliori capacità di problem solving, relazioni sociali soddisfacenti, alta gestione degli stati emotivi spiacevoli e dello stress, maggiore resilienza sono i risultati che possono essere raggiunti.

Ma come trasmettere ai bambini quella competenza – fondamentale fin dalla scuola – che consente di operare collegamenti costanti tra il pensiero e la vita emotiva?

Julie Bayer Salzman y Josh Salzman hanno prodotto  un cortometraggio dal titolo “Just Breathe” in cui mostrano come ai bambini può essere spiegato il concetto di gestione delle emozioni, costitutivo dell’intelligenza emotiva, proponendo la tecnica  di mindfulness che favorisce la consapevolezza attraverso l’attenzione al del respiro”.

Nel video possiamo vedere come i bambini si focalizzino sul loro stato fisico e sulle sensazioni provate durante un’emozione spiacevole come la rabbia o la tristezza. La verbalizzazione di questo stato fisico e mentale porta a riflettere sulle conseguenze che possono avere certe emozioni sugli altri oltre che su di sé, in modo da alimentare la capacità di riconoscere e distinguere le emozioni e gli effetti derivanti dalla mancanza di controllo emotivo. Questo è un modo per attivare quell’intelligenza emotiva così importante per l’individuo e per la sua crescita intra e inter-personale. Il cortometraggio dà voce ai bambini e alla loro spiegazione su cosa fare quando si provano queste sensazioni sgradevoli: ed è qui che interviene la mindfulness. Tramite la respirazione consapevole è possibile portare e concentrare l’attenzione sul “qui ed ora”, focalizzando la consapevolezza sul presente. L’attenzione al respiro consente al turbinio dei pensieri della rabbia o della tristezza di placarsi. In questo modo le sensazioni spiacevoli vengono ridotte sia col rilassamento del corpo che con la riduzione dei pensieri negativi. Come spiegano i bambini: “Bisogna trovare un posto tranquillo in cui mettersi da soli e rilassarsi, chiudendo gli occhi e facendo profondi respiri. Così ci si calma e si può tornare a parlare con gli altri.”

La mindfulness è una pratica che affonda le sue radici nella meditazione orientale e che può essere insegnata ai bambini direttamente in classe, come già viene fatto in diverse scuole negli USA e nord Europa, dove in alcuni paesi  è stata inserita nel programma didattico tra gli alunni dai 7 ai 18 anni. Un esempio è la Danimarca in cui negli ultimi anni si è inserita nelle scuole primarie e secondarie la “Klassen Tid”, cioè l’ora di classe, in cui i bambini si confrontano esponendo il loro stato emotivo e i loro problemi, ascoltandosi a vicenda senza giudizi e analizzando i problemi da diverse prospettive; o ancora nel Regno Unito, dove i numerosi studi riguardo l’efficacia della mindfulness sui bambini hanno convinto gli insegnanti ad inserirla nei programmi scolastici per gestire stress e ansia degli studenti, migliorandone anche le prestazioni.

Il successo di questa pratica in ambito scolastico e l’aumento di professionisti specializzati in MBSR (Mindfulness Based Stress Reduction)sta portando anche alcune scuole italiane ad organizzare corsi di mindfulness con gli alunni ma anche con gli insegnanti, tanto che il MIUR ha riconosciuto il percorso di Mindfulness Based Teacher come corso di formazione per i docenti, utile a ridurre lo stress lavorativo e il rischio di burn out (basti pensare ai forti vissuti di demotivazione presenti tra gli insegnanti o agli episodi di agiti violenti dove il docente perde la calma, manca di rispetto agli allievi o addirittura arriva ad essere violento psicologicamente o fisicamente). E’ utile dunque avere sempre più esperti di mindfulness in ambito scolastico, non solo i professionisti esterni (psicologi, maestri di meditazione o formatori) ma anche gli insegnanti stessi, per fornire un supporto costante sia ai ragazzi che a sé, in modo da saper affrontare con i giusti mezzi quello che è sempre più un ambiente stressante e pieno di difficoltà, da una parte e dall’altra. E come s’è visto, per ridurre notevolmente situazioni di forte disagio all’interno delle scuole, non servono notevoli risorse, spesso “basta un respiro”.

Link al video: https://www.youtube.com/watch?v=RVA2N6tX2cg