ANCHE GLI ASSISTENTI SOCIALI POSSONO GESTIRE CON INTELLIGENZA LE LORO EMOZIONI di Marianna Giordano

ANCHE GLI ASSISTENTI SOCIALI POSSONO GESTIRE CON INTELLIGENZA LE LORO EMOZIONI di Marianna Giordano

Il 14 giugno Marianna Giordano, assistente sociale e referente regionale CISMAI per la regione Campania, terrà una lezione agli allievi del master “Gestione e sviluppo delle risorse emotive”. Il Master è organizzato dalla facoltà Pontificia Auxilium di Roma e dal Centro Studi Hansel e Gretel. Ecco quelle che saranno i percorsi di riflessione di Marianna.

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Gli interrogativi alla base della lazione riguardano la cittadinanza dei sentimenti nei servizi sociali. E’ un tema complesso che richiederebbe molti approfondimenti e riferimenti anche di tipo teorico, ma scelgo di soffermarmi su due dei tanti aspetti che aiutano o mettono a repentaglio la presenza dei sentimenti nei servizi sociali, intesi come organizzazioni di servizi e come professionisti: una rappresentazione della professione e della professionalità ed alcuni aspetti della metodologia.

Sul piano della professione e della professionalità, il rischio che spesso si corre è di operare una scissione, considerando prevalenti gli aspetti cognitivi rispetto a quelli emotivi, perdendo di vista quella connessione fondamentale tra mente e cuore che invece può rappresentare una risorsa imprescindibile in ogni professione di aiuto. Uno sguardo ravvicinato al mondo degli assistenti sociali fa anche emergere diversi nodi critici che se non trattati inficiano una possibilità autentica di aiuto:

  • il livello di autostima professionale individuale e collettiva

  • la connotazione di “genere” della professione

  • il pensiero, assunto acriticamente, che “non bisogna coinvolgersi troppo

I percorsi per costruire un’identità professionale autentica e concreta che pone al centro la relazione interpersonale e quindi l’opportunità di mettersi in gioco per il cambiamento richiede di utilizzare i saperi, le abilità, i contesti organizzativi ed il mondo emozionale come risorse integrabili.

Sul piano delle metodologie gli aspetti che l’intelligenza emotiva può sostenere nel lavoro dell’assistente sociale sono:

– una rivisitazione dell’ascolto;

– la formulazione delle ipotesi più articolate che tengono conto del sentire ed anche del pensare;

– la scoperta della compassione;

– la possibilità di creare una
“stanza del pensiero”