Baby prostitute e baby doccia: sessualizzazione precoce e cultura della perversione

Baby prostitute e baby doccia: sessualizzazione precoce e cultura della perversione

di Claudio Foti

Dopo l’ennesima emersione del fenomeno delle baby prostitute a Roma nel quartiere bene dei Parioli ecco scoppiare a Milano il caso delle “ragazze doccia”. La vicenda, avvenuta in una scuola, rivelata dal sito del Corriere della Sera, coinvolgerebbe ragazze dai 14 ai 16 anni, che scelgono di prostituirsi in cambio di regali, ricariche telefoniche … Il nome, “ragazze doccia”, deriva da un semplice accostamento: come una doccia al giorno loro fanno sesso tutti i giorni. I fatti avvengono nei bagni delle scuole in cambio di oggetti e sono stati scoperti da un equipe di professori guidata dal prof. Luca Bernardo, diretto del reparto di pediatria del Farebenefratelli del capoluogo lombardo. Si tratta di ragazze di buona famiglia, per la maggior parte iscritte a scuole private, spinte dal bisogno di trasgressione e divertimento piuttosto che dal bisogno economico. L’iniziativa sessuale perversa con la tipica scissione tra pulsionalità e tenerezza, tra trasgressione sessuale e relazione affettiva contagia le ragazzine. Scrive Concita De Gregorio in un bell’articolo “Pretty baby. Gli amori disperati delle bambine mascherate da donne” su la Repubblica del 4 novembre : “Una storia di bambine diventate donne presto come sempre più spesso succede (…) Gli adulti non capiscono cosa stia succedendo ai loro figli. Le più abili tra le figlie diventano celebri nella scuola, e fuori. Spesso le performances sono filmate coi telefonini e condivise. Chi è più fragile soccombe, a volte tragicamente. Chi è più forte avanza”.

Il fenomeno delle baby prostitute è uno dei tanti indicatori della diffusione di quella che ho definito la cultura della perversione (cfr. “La mente abbraccia il cuore”, Edizioni del Gruppo Abele). La cultura della perversione parte dagli adulti e arriva ai soggetti in età evolutiva. Parte delle relazioni economiche, sociali e mediatiche e tende a generare silenziose modifiche antropologiche nelle nuove generazioni.

In un contesto di carenze relazionali ed educative degli adulti bambini ed adolescenti risultano molto più stimolati di un tempo dal punto di vista sessuale, sempre più svegli o ipereccitati, che dir si voglia, ma anche sempre più disorientati e soli, sempre più privi di canali di dialogo, di confronto emotivo e comunicativo sulle tematiche sessuali a causa delle carenze di disponibilità e di vicinanza emotiva degli adulti nella famiglia e nella scuola. Tutto ciò lascia spazio ad alcune tendenze rischiose: a) la sollecitazione a relazioni tra gli individui su basi illusorie e “senza prossimità” , scoraggiando relazioni interpersonali da sperimentare e da vivere sul piano del dialogo, della conoscenza e verifica reciproca; b) la sessualizzazione precoce, che pervade tutti i linguaggi mediali e che risulta un grave fattore di rischio di vittimizzazione, favorendo una gestione immatura della sessualità, molestie sessuali, violenza interpersonale, nelle sue forme dirette come nelle varie forme on line; c) riproduzione acritica di stereotipi di genere e modelli di tipo narcisistico e perfezionistico associati all’identità maschile e all’identità femminile, diffusione di imperativi legati al culto dell’immagine e del corpo, conformato a canoni eterodiretti, come veicolo per ottenere l’approvazione degli altri.

Ad essere veicolata dai media non è solo una suddivisione stereotipata dei ruoli, ma anche una costruzione dell’immaginario di genere e una rappresentazione del sesso di tipo strumentale che contribuisce alla creazione di modelli di relazione improntati al consumo, all’usa e getta, alla mancanza di rispetto dei sentimenti e della persona. La sessualità scissa dalla tenerezza e dall’intimità tende a diventare strumento di potere, di conquista narcisistica, di controllo sugli altri non solo da parte dei ragazzi e dai ragazzini, ma anche da parte di un numero sempre maggiore di ragazze e ragazzine.

La sessualizzazione precoce viene stimolata da un insieme di fenomeni sociali, economici, culturali. La sessualizzazione precoce è stimolata dai messaggi che sembrano i più innocenti. (Andate a vedere per es. un film per bambini come “Cattivissimo me2”. Compaiono bambine che sbavano per i ragazzi, padri che sono gelosi di una precocità affettiva e sessuale delle figlie, che sembra una dimensione sociale e naturale scontata.)

Nella cultura sociale della perversione la sessualità come merce di scambio o di potere mortifica la componente relazionale e affettiva. L’oggettivazione della donna e della persona in genere – oggettivazione che circola nei media e nella società adulta – implica il ridurre la persona a puro corpo, dando a quel corpo una valenza sessuale. L’ipersessualizzazione si affianca spesso all’oggettivazione. La bisognosità reale e il rispetto emotivo della persona tendono a scomparire. Da questo brodo di cultura della società adulta non c’è da stupirsi che aumentino baby prostitute o “ragazze doccia.”