BASTA UN ANNO DI SOSPENSIONE?

BASTA UN ANNO DI SOSPENSIONE?

Una maestra calabrese di 66 anni è stata colta in fragrante nella sua aula scolastica da un filmato delle Forze dell’ordine mentre colpiva con schiaffi ed altre forme di violenza bambini molto piccoli. E’ stata sospesa per un anno dall’insegnamento.

Certi reati meriterebbero ben altro che la sospensione per un anno dal ruolo. Maltrattare i bambini significa commettere un crimine contro l’umanità debole e indifesa e la risposta delle Istituzioni a tale turpe reato non è all’altezza della situazione, anzi, oserei dire è debole” , dichiara a ZoomSudit il sociologo Antonio Marziale, Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza della Regione Calabria.

17.02 DENTRO

 

Sospensioni e addirittura arresti domiciliari dimostrano quanto gli atti di violenza contro ignare creature siano, dal punto di vista legislativo, sottovalutate – afferma giustamente il Garante – mentre, invece, si tratta di violenze che lasciano il segno non solo nel corpo ma soprattutto nella psiche, compromettendo seriamente il processo di crescita emotivo dei malcapitati bambini e ciò basterebbe per convincere il legislatore a inasprire le pene e a non concedere attenuanti di sorta, da considerarsi solo ed esclusivamente perdonismi fuori luogo”.

Il maltrattamento fisico e psicologico all’interno della scuola è un fenomeno assai diffuso e difficile da accertare. Sull’importanza delle videocamera come strumento d’indagine Marziale ammette: “Ebbene, se in un primo momento mi ero dichiarato perplesso rispetto alla necessità di installare in tutte le aule dispositivi di videosorveglianza, oggi non ho reticenza a ricredermi ed invocarli prima possibile perché al punto in cui siamo arrivati non è più possibile parlare di fenomeno contenuto, bensì emergenziale, ed invito le autorità preposte a voler procedere contro chi, eventualmente, sapeva e non ha parlato, così come sprono i genitori a non aver paura di denunciare i colpevoli. Questo ‘sport’ deve finire e lo Stato non può più rimanere impantanato in una sterile dialettica, improduttiva ed inutile, quando proprio nella scuola, santuario per eccellenza della tutela dei minori, continuano ad essere perpetuati atti di violenza inaccettabili ed esecrabili”.