BUON ANNO dal Centro Studi Hansel e Gretel

BUON ANNO dal Centro Studi Hansel e Gretel

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 Un anno che termina all’insegna del terrorismo. Con una paura diffusa di cui la comunità  adulta teme di parlare. E teme di parlare proprio con i destinatari dell’impegno educativo: i  bambini. Catherine Dolto ha recentemente affermato con straordinaria efficacia  comunicativa: «L’educazione, nel senso più ampio del termine, è l’unico strumento contro  la barbarie  e, rispetto al sentimento della paura, la cosa migliore da fare è parlarne; gli  adulti devono parlare con e ai bambini della loro stessa paura, legata al timore della morte, che inevitabilmente li obbligherà a parlare della morte e del fatto che l’amore non muore con la morte». Dunque: primo, la centralità dell’educazione. Secondo: non avere paura di fare riferimento alla paura e alla morte, a ciò che emerge e di cui i bambini si accorgono. Terzo: dare un nome alle emozioni. Quarto è indispensabile utilizzare una parola autentica: parlare della morte può permettere di parlare dell’amore!

Catherine Dolto è la figlia di Francois Dolto, la nota psicoanalista che si è occupata con diverse ricerche e pubblicazioni di infanzia e di educazione.

Parlare, non far finta di niente con i bambini. Dare un nome alla paura. Il primo principio dell’intelligenza emotiva è legittimare i sentimenti, dare un nome alle emozioni. Non temere che la paura ci possa travolgere nel momento in cui la riconosciamo. La paura o gli altri sentimenti spiacevoli ci possono travolgere se ne abbiamo paura, se scegliamo l’evitamento. Occorre dunque evitare l’evitamento. Non cambiare argomento se il terrorismo o gli altri eventi drammatici o tragici vengono alle orecchie dei bambini. Utilizzare gli eventi spiacevoli come opportunità per scambiare informazioni e per comunicare vissuti emotivi. Buon anno.