BUON NATALE! di Claudio Foti

BUON NATALE! di Claudio Foti

La nostra civiltà consacra la sua principale festa alla venuta al mondo di un bambino di umili origini avvenuta circa due mila anni fa. La rinascita del mondo viene rappresentata nei fondamenti della nostra cultura dal logo di un piccolo bambino in una mangiatoia. Viene associata alla nascita di un piccolo essere umano, fragile e bisognoso come ogni bimbo, anche se destinato ad un cammino che l’ha portato ad essere venerato come figlio di Dio e l’ha reso straordinariamente rispettato e conosciuto in tutto il mondo e in tutta la storia successiva. La nostra civiltà sembra avere intenzioni di grande benevolenza e rispetto per i bambini e sembra tenere in grande in considerazione l’infanzia a partire dall’infanzia di Gesù.

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C’è qualche piccola incoerenza tuttavia che facciamo fatica a fare entrare nella testa e a non espellere dalla nostra consapevolezza.

Nella cultura adultocentrica della nostra società industriale i bambini possono essere certamente vezzeggiati, istruiti, riempiti di attenzioni materiali, giudicati, sollecitati alla competizione o al consumo, ma raramente vengono ascoltati nei loro sentimenti e nei loro bisogni di crescita.

E se andiamo al di là del nostro limitato orizzonte di consapevolezza ci imbattiamo in alcuni dati che mettono in discussione la nostra rassicurante ed idilliaca rappresentazione delle condizioni dell’infanzia. Possiamo scoprire che le equazioni infanzia = tenerezza e infanzia = protezione risultano statisticamente eccezionali.

Per es. nel mondo, secondo i dati dell’Organizzazione mondiale della sanità in un anno 150 milioni di bambine e ragazze e 73 milioni di bambini e giovani sono stati sottoposti a rapporti sessuali forzati. Nella sola Europa viene molestato sessualmente un bambino su cinque. Sempre secondo i dati del SMS studi provenienti da diversi paesi del mondo dimostrano che approssimativamente che il 20% delle donne e il 5-10% degli uomini sono stati abusati sessualmente da bambini. Secondo altre autorevoli ricerche dal 14% al 64% della popolazione femminile ha subito un abuso e dal 3% al 29% della popolazione maschile. Quel che indiscutibile è che ci troviamo di fronte ad una diffusione inquietante del fenomeno.

E non c’è solo la violenza sessuale – dalle dimensioni impensabili ed indicibili – ai danni dei bambini. Varie forme di violenza circolano nelle famiglie della nostra cultura, famiglie che non si rado rappresentano uno scenario dove i rapporti di fiducia vengono strumentalizzati da logiche di potere gestite in genere da uomini violenti, famiglie drammaticamente distanti dalla rappresentazione idealizzata della sacra famiglia, microcosmo consacrato all’amore, al sostegno reciproco dei suoi componenti e alla protezione e all’accudimento della prole! Oltre alla violenza direttamente subita i bambini sono costretti a sperimentare una violenza assistita, patendo sulla loro pelle la circolazione della aggressione fisica e psicologica in famiglia.

In base a dati dell’ISTAT 6 milioni e 700 mila donne in Italia hanno subito un episodio di violenza fisica e sessuale. La correlazione tra violenza alle donne e la violenza subita dai minori è molto forte. Tra il 40% ed il 70% degli uomini violenti che maltrattano le compagne sono violenti anche nei confronti dei figli (UNICEF, 2003). Tra il 30% ed il 60% dei figli di donne maltrattate vengono a loro volta picchiati dal padre, senza che ciò venga rilevato (Edleson, 1999, revisione di 60 studi sulla violenza domestica) 2/3 dei compagni violenti in famiglia sono violenti anche nei confronti dei figli (Romito, 2005)

E se il nostro sguardo s’allarga sul mondo, i dati si fanno ulteriormente disturbanti e destinati a sollecitare le nostre difese di evitamento e di dissociazione.

  • 11 milioni di minori muoiono ogni anno, prima di avere raggiunto i cinque anni, per malattie o problemi che potrebbero essere facilmente eliminati.

  • 150 milioni di bambini soffrono di malnutrizione.

  • 120 milioni di bambini sono costretti ad evadere l’obbligo scolastico.

  • 211 milioni di bambini sono obbligati a lavorare nelle fabbriche, nelle campagne, persino nelle miniere.

  • 600 milioni di bambini, cioè un quarto dei bambini di tutto il mondo, vivono in condizioni di estrema povertà.

  • 2 milioni di bambini sono morti, nel corso degli anni ’90, a causa di conflitti armati.

  • 20 milioni sono stati costretti a abbandonare le loro case.

  • 300 mila bambini sono stati reclutati e combattono in diversi paesi africani, asiatici e del Medio Oriente in eserciti regolari e gruppi armati di opposizione.

  • 130 milioni di donne hanno subito, da bambine, mutilazioni sessuali e ogni anno se ne aggiungono altri due milioni (soprattutto in Africa, in alcuni paesi del Medio Oriente, come l’Egitto, in alcune parti dell’Asia, nelle Americhe e in Europa – Italia compresa – all’interno delle comunità di immigrati).

  • 1 milione di bambini ogni anno vengono “comprati” e costretti a subire abusi e sfruttamento.

  • 13 milioni di bambini hanno perso la madre o entrambi i genitori a causa dell’Aids. Nell’ultimo anno 580.000 bambini sono morti per questa terribile malattia; più di 3 milioni sono sieropositivi e altri 2.200 bambini contraggono ogni giorno l’Hiv.

Facciamo fatica a salvare nella nostra mente, nella nostra memoria, nel desktop della nostra consapevolezza dati così lontani dalle atmosfere natalizie che ci circondano.

Buon Natale!

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