“CHIAGNE E FOTTE”

“CHIAGNE E FOTTE”

domenica 1 settembre 2013

Ci sono tanti aspetti inquietanti nella vicenda di Berlusconi e nel fenomeno del berlusconismo. Politici, storici, psicologi sociali, psicoanalisti avranno modo di occuparsene in modo rigoroso ed approfondito quando Berlusconi uscirà di scena e la lunga e nefasta influenza della sua leadership e del suo potere economico e mediatico cominceranno a ridursi (sempre che quell’influenza e quel potere non continueranno ad agire cambiando volto e forma).

C’è un lato della questione che oggi mi colpisce molto come psicologo clinico. La capacità di Berlusconi di negare, l’atteggiamento mentale con cui si è rapportato e si rapporta ai riscontri di fatto e di giustizia che si sono stati e gli sono contestati. Merita e meriterà di essere studiato e compreso il suo modo di fare, di parlare di atteggiarsi quando per es. nel video messaggio successivo alla definitiva sentenza di condanna nella Cassazione o in altre occasioni in cui ha proclamato la propria innocenza. Il tono di voce fermo ed indignato, lo sguardo fiero, la mano sul cuore, un discorso che non entra nel merito dei fatti ma si pone l’obiettivo di teatralizzare il ruolo dell’innocente. Berlusconi non ha certo inventato, ma ha esaltato e diffuso, una linea di reazione alle contestazioni giudiziarie e ai riscontri della realtà sociale, basato sulla negazione e sulla proiezione all’esterno delle responsabilità.

“Anche quando finge una commozione che non sente – scrisse Indro Montanelli – quella commozione ad un certo punto diventa vera perché finisce per commuoversi di se stessa. Le lacrime di Berlusconi possono essere un inganno per chiunque meno che per Berlusconi. A quello che dice e fa, anche se lo dice e fa per calcolo, Berlusconi ci crede … La scena sa tenerla da grande attore: se gli dessero da recitare l’Otello sarebbe capace, per dare più verosimiglianza al cruento finale , di sbudellarsi veramente e non per finta sul corpo esanime di Desdemona …. Nella parte della vittima, quella che i napoletani chiamano del ‘chiagne e fotte’ è imbattibile. Forse qualcuno capace di ‘fottere’ come lui ci sarà. Ma nel ‘chiagnere’ non c’è chi lo valga”.

Berlusconi ha fatto scuola, ha portato il ricorso alla negazione e al diniego ad un livello particolare di efficacia e di visibilità. Lui non ha compiuto gravissime frodi fiscali, lui non ha fatto mai niente, sono gli altri ad essere cattivi e persecutori nei suoi confronti.

Berlusconi ha ben cinque procedimenti pendenti: due già arrivati a condanne in primo grado (sette anni per concussione e prostituzione minorile , un anno per rivelazione di segreto); tre in fase di indagine (corruzione giudiziaria del teste Tarantini; corruzione di decine e decine di testimoni al processo Ruby, corruzione del senatore De Gregorio e di altri senatori) senza contare le innumerevoli prescrizioni: due per corruzione giudiziaria (processo Mills e Mondadori) e cinque per falso in bilancio.

Ma che problema c’è? Basta negare in modo determinato e ragionato e proiettare ogni colpa all’esterno.

Nella mia pratica clinica ho incontrato e incontro quest’abilità professionale nel negare e nel proiettare la colpa soltanto in una categoria di persone: i sex offenders intelligenti, quelli che riescano ad integrare il narcisismo e la perversione con una particolare forza dell’Io e con un abile ricorso alla razionalità.