COME GESTIRE IL CONFLITTO IN FAMIGLIA di Silvia Deidda

COME GESTIRE IL CONFLITTO IN FAMIGLIA di Silvia Deidda

E’ un tema che suscita grande interesse nelle scuole per genitori. Siamo giunti al terzo incontro alla scuola per genitori di Bibbiano (Reggio Emilia). Anche questa volta rimango piacevolmente sorpresa dal numero di genitori presenti, sono tanti per Bibbiano, così mi riferiscono gli organizzatori dell’amministrazione comunale, sono molto oltre le loro e le mie aspettative; sono una cinquantina. E’ venerdì sera, la conferenza dura ben 3 ore dalle 20:30 alle 23:30, ed è il venerdì prima di ben 4 giorni di vacanza grazie al ponte del 2 giugno; eppure sono tutti lì presenti e rimangono tutti fino alla fine attenti, partecipi e motivati. E’ un percorso che stiamo facendo insieme, è la terza volta che ci incontriamo e il tema di questo incontro lo abbiamo scelto insieme l’ultima volta che ci siamo visti. come gestire il conflitto in famiglia, come gestire la rivalità tra fratelli.

 

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Sulla rivalità tra fratelli la tematica che ha maggiormente colpito i genitori presenti è stata che la gelosia tra fratelli, alle volte incoraggiata in modo più o meno consapevole dagli stessi genitori tramite ad esempio l’eccessiva responsabilizzazione del fratello più grande; oppure attraverso continui paragoni; o, all’opposto, cercando di omologare il più possibile i figli con sport uguali, scuola, uguale, stessi amici, ecc. invece di valorizzare le diversità tra loro sottolineando i punti di forza di ognuno.

Certo è che nella nostra cultura il termine conflitto viene spesso visto in chiave negativa in quanto associato a tensioni e scontri e ad emozioni quali la rabbia e l’aggressività. Come dire: non sappiamo gestire il conflitto in termini costruttivi. Difficilmente gli viene attribuita una funzione positiva di riconoscimento e di crescita tra individui, di scambio reciproco come occasione per creare conoscenza dell’altro diverso da sé. Il conflitto è una delle realtà più comuni nella vita e nonostante il pregiudizio nei suoi confronti, non possiede di certo una natura maligna. Il conflitto non dovrebbe essere allontanato o ignorato in famiglia, perché questo impedirebbe una sua elaborazione positiva che favorisce la crescita individuale e della relazione con l’altra persona.
Il conflitto in famiglia deve essere riconosciuto, pensato, “parlato”. All’interno di un conflitto “salutare” l’individuo riesce a prendere coscienza di come il suo comportamento influisce sugli altri e ha la possibilità di modificare e smussare ciò che impedisce la collaborazione attiva.