
05 Nov COMPRENDERE, ACCETTARE E LASCIARE ANDARE L’ANSIA di Valerio Principessa
“Preoccuparsi non toglie mai al domani la sua pena, ma toglie all’oggi la sua forza”
( A. J. Cronin )
L’ansia è un fenomeno complesso e universale di cui tutti facciamo esperienza e svolge una importante funzione adattiva. L’ansia può essere una risposta adeguata ed utile a comprendere le situazioni di incertezza alle quali attrezzarci . Ma se l’ansia ci sequestra perde la propria funzione positiva. Ansia vuole dire pre-occuparsi, ossia occuparsi prima che qualcosa accada. Il rischio è risultare vittima delle nostre aspettative, di uno stato d’animo che toglie valore e forza al presente e impedisce di viverlo in tutte le sue sfumature. La parola ansia in greco significa “rottura interna o divisione che provoca distrazione” e indica la presenza di una battaglia interiore, uno stato d’animo che divide e tormenta.
Dunque l’ansia può avere una funziona adattiva oppure può avere effetti di distorsione delle nostre valutazioni e di grande logoramento. Vediamo innanzitutto il primo aspetto Quando ci troviamo di fronte ad una minaccia fisica o psicologica, il nostro organismo mette in funzione una reazione di allarme che ci prepara a combattere o a fuggire: si attivano, quindi, tutte quelle funzioni neurovegetative come l’aumento della frequenza respiratoria e cardiaca, sudorazione, tensione muscolare e un conseguente maggiore afflusso di sangue ai muscoli. Improvvisamente diventiamo molto svegli e attenti, le percezioni sensoriali si acuiscono, il sistema digestivo si arresta. Viene inoltre stimolata la ghiandola pituitaria che è responsabile della secrezione di altri ormoni della corteccia surrenale; ci troviamo di fronte ad una “reazione di stress”, funzionale alla nostra sopravvivenza.
Il problema sorge quando non siamo in grado di servirci in modo costruttivo di questi meccanismi. Questa sovreccitazione dovuta alla reazione allo stress può diventare uno stile di vita, una reazione abituale ad una situazione stressante. Non è raro, infatti, che molti individui si sentano costantemente tesi, soffrano di aritmie cardiache e siano vittime di tensioni croniche che coinvolgono i muscoli delle spalle, la mandibola, la faccia. Lo stress potrebbe diventare cronico e portare a gravi conseguenze per la nostra salute fisica e psicologica.
Cosa fare? Il primo passo è l’accettazione di ciò che stiamo vivendo, che non significa rinuncia passiva al cambiamento ma esplorazione e conoscenza dei propri limiti. L’unico problema con le emozioni meno piacevoli come l’ansia, la paura e la tristezza è che vuoi sbarazzartene, senza comprendere che sono benedizioni sotto mentite spoglie, un indice che c’è qualcosa che non va e che deve essere cambiato. Il segreto è imparare a convivere con queste emozioni, sviluppando due componenti essenziali: l’osservazione e il non giudizio dell’esperienza che stiamo vivendo. Allora inizia la trasformazione. Lao Tzu, fondatore del Taoismo diceva: “Se vuoi liberarti di qualcosa devi prima lasciare che si espanda.” Così, se vuoi liberarti dall’ansia, devi lasciare che prosperi dentro di te, senza combatterla, senza fuggire da essa, basta prenderne consapevolezza. Meditazione, esercizi di rilassamento e più in generale tutte quelle pratiche che sviluppano la consapevolezza del momento presente, costituiscono un rimedio naturale per la gestione delle emozioni più faticose. Iniziamo da subito, prestando attenzione a tutto ciò che facciamo: lasciamo che le semplici attività quotidiane diventino una sorta di meditazione, svolgiamole con totalità, come fossero la cosa più importante da fare in quel momento, perché in effetti è così, non vi è nulla di più importante del presente. Possiamo fare solo una cosa alla volta. Impariamo a prestare la massima attenzione a ciò che accade momento dopo momento, lasciando che sia così com’è, vivendolo in tutta la sua interezza. Torna Lao Tzu: “Se sei depresso stai vivendo nel passato, se sei ansioso, stai vivendo nel futuro, se sei in pace, stai vivendo nel presente”. Cerchiamo di far nostro un semplice esercizio: ogni volta che ci rendiamo conto che la nostra mente è altrove rispetto a ciò che stiamo facendo, richiamiamoci al presente e congratuliamoci con noi stessi per essercene accorti. Quando siamo in autobus, quando facciamo una passeggiata prestiamo attenzione alle nostre sensazioni corporee, al respiro, ai suoni intorno a noi, alle piante dei piedi che toccano il suolo. Sembrano banali esercizi, ma se praticati con costanza, hanno un grande potere trasformativo. Basta provare. Un pensiero di Seneca potrebbe essere illuminante: “Non è perché le cose sono difficili che non osiamo, ma è perché non osiamo che sono difficili”