Convegno “Recuperare i cattivi: ma noi siamo veramente buoni?”

Convegno “Recuperare i cattivi: ma noi siamo veramente buoni?”

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E’ indubbio che i “cattivi” (per es. i genitori violenti o i sex offenders) possono mettere in atto
comportamenti distruttivi producendo un danno evolutivo incalcolabile nelle vittime (pensiamo
agli esiti del maltrattamento e degli abusi sul bambino, tanto più precoci, duraturi e
coinvolgenti essi risultano). Non bisogna mai dimenticare le vittime quando si affronta il
problema del recupero degli autori di reato! Ma non è interesse delle vittime né della comunità
assumere atteggiamenti distruttivi e simmetrici nei confronti degli autori di violenza. In quanto
essere umani è sempre utile – dopo averli contrastati e fermati – cercare di recuperarli e di
curarli per quanto è possibile! E non dobbiamo dimenticare quanto la frontiera tra buoni e
cattivi non sia semplice da tracciare. Tendiamo per es. a collocarci spesso nel “fronte” del bene
senza assumerci le nostre responsabilità, senza vedere le parti “cattive” che portiamo con noi.
Oppure tendiamo a collocare nel “fronte” del male i soggetti che ci disturbano e ci inquietano…
Così può diventare “cattivo” chi risulta diverso e fragile rispetto alla comunità sociale: è il caso
dell’immigrato, del bambino irrequieto, del soggetto traumatizzato di cui non capiamo i
sintomi … Vogliamo interrogarci sulla psicoterapia degli autori di reato, sulle strategie di
recupero dei detenuti e degli ex detenuti, sulla prevenzione delle carriere della devianza e della
criminalità nei bambini di oggi negli adulti di domani. E presentare un modello d’intervento nelle
carceri basato sui gruppi di alfabetizzazione emotiva per il rispetto e la regolazione delle
emozioni di tutti e di tutte le emozioni.