COSA SI PUO’ FARE CONTRO LA PORNOGRAFIA ? di Claudio Foti

COSA SI PUO’ FARE CONTRO LA PORNOGRAFIA ? di Claudio Foti

Riceviamo dalla signora Anna: “Buongiorno, scrivo per segnalare la presenza per le strade di Torino (zona san Paolo) di un furgone di colore nero con l’immagine di un sedere di donna e le mani legate dietro la schiena con una collana di perle. Suddetto camion pubblicizza un sito internet a contenuto erotico. Personalmente mi sento 
offesa come donna e credo che una tale immagine istighi alla violenza sulle 
donne, sul considerarle oggetti sessuali e corpi mercificabili. Mi rivolgo a 
voi sperando in un vostro intervento, perché è un fatto gravissimo che nessuna 
donna può ignorare.”

clipart-issue-1293824_640.pngdentro

Cara signora Anna il suo vissuto è più che comprensibile. La visione pornografica della sessualità che trasuda da tutti i pori della nostra società dello spettacolo imponendosi perfino nella carrozzeria dei furgoni contribuire ad una rischiosissima rappresentazione delle donne come “oggetti sessuali e corpi mercificabili”. L’unica cosa che è possibile fare rispetto al furgone di cui parla è quella di inviare una segnalazione allo IAP Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria Via Larga 15 • 20122 Milano Tel. +39 (0)2 58304941. Fax +39 (0)2 58303717 e-mail: iap@iap.it. Certamente potrà essere obiettato che nell’immagine che lei ha visto non compaiono atti sessuali espliciti oppure le potranno obiettare che il contenuto dell’immagine può essere paragonata ad un quadro religioso a confronto delle scene di erotismo hard che circolano in rete. La fotografia sul furgone di cui ci parla (e che abbiamo rintracciato) è un’immagine di cattivissimo gusto che rientra in un filone di immagini che sollecitano ed incentivano le fantasie sessuali maschili di dominio nei confronti della donna, ma difficilmente potrà essere oggetto di un intervento repressivo.

La discussione sulla pornografia richiederebbe un grande approfondimento stante la complessità del tema. Innanzitutto va detto che in una società non è possibile mettere fuori legge la pornografia in quanto tale. La scelta di un adulto di usare materiale pornografico ritraente persone adulte fa parte di un diritto che non può essere conculcato. Peraltro la pornografia può venire utilizzata per stimolare l’immaginario erotico e l’eccitazione sessuale maschile. Non avrebbe senso mettere la pornografia fuori legge. La repressione finirebbe per potenziarne la diffusione.

D’altra parte non può non colpire la diffusione del materiale pornografico attraverso la rete. Una vecchia ricerca di venti anni fa affermava che l’80% dei maschi italiani fa uso della pornografia. Credo che oggi la situazione sia peggiorata, non solo e non tanto perché è aumentato il numero delle persone che ne fanno uso saltuario, ma per i livelli di dipendenza che può generare. Per di più il materiale pornografico via internet arriva ad un numero sempre crescente di bambini con effetti confusivi ed anche traumatici. Fino a qualche anno fa erano i bambini delle scuole medie ad esserne coinvolti. Oggi i video porno raggiungono abitualmente tramite i cellulari e altri strumenti informatici i bambini delle scuole elementari.

E’ indubbio inoltre che la pornografia, se abbinata ad una dipendenza sessuale ed enfatizzata in modo ossessivo, possa finire per istigare ad un uso perverso della sessualità, soffiando sul fuoco sugli impulsi violenti contro la donna.

Occorre dunque sviluppare una battaglia culturale e non legale contro la pornografia, a meno di trovarci di fronte ad un coinvolgimento diretto come attori o in modo prolungato come spettatori di persone in età minore, un’offensiva culturale che non si confonda con la sessuofobia, che non proponga una crociata contro l’eccitazione sessuale, ma che si sviluppi in particolare nelle scuole per liberare la sessualità dalle illusioni pornografiche e dai rischi dell’oggettivazione. Un’offensiva culturale che non abbia timore di esporsi a critiche in quanto non politicamente corretta e sia determinata a comunicare una visione della sessualità nel rispetto dei sentimenti e delle persone.