
02 Mag COS’E’ LO “STEALTHING” E PERCHE’ PER ALCUNI E’ UNA VIOLENZA SESSUALE
Cos’è lo «stealthing» e perché
per alcuni è una violenza sessuale
Tratto da www.27esimaora.corriere.it
di Annalisa Grandi
Si chiama “stealthing” e sembra sia un fenomeno sempre più diffuso. Non solo fra i giovani. La maggior parte di noi non ne ha mai sentito parlare, almeno non con questo nome: di fatto è la pratica con cui l’uomo, durante un rapporto sessuale, si toglie il preservativo senza aver chiesto il consenso del (o della) partner. Ma lo stesso discorso può valere anche per una donna, o nel caso di rapporti omosessuali. Succede sempre più spesso, secondo quanto rivela uno studio del “Columbia Journal of Gender and Law”. Che per la prima volta definisce questa pratica come una violenza sessuale. E ne spiega le ragioni: “è paragonabile a uno stupro”, spiega l’autrice dello studio Alexandra Brodsky, che si è mobilitata perché venga introdotta una legge che punisce chi lo fa.
Cos’è
In sostanza, durante il rapporto sessuale (consensuale), uno dei due partner toglie il preservativo di nascosto all’altro. Nel caso sia un uomo a farlo, l’idea (e ci sono community per difendere questa pratica), è che “l’uomo abbia diritto a diffondere il suo seme”. Che poi la partner non abbia detto sì, è un dettaglio. Ma il fenomeno riguarda anche rapporti gay. Oppure, a fare “stealthing” può essere una donna, che buca il preservativo per cercare di rimanere incinta all’insaputa dell’uomo. C’è chi in Rete dispensa consigli su come farlo, su quali siano le modalità per evitare che il compagno o la compagna se ne accorga. L’abuso consiste nel fatto che il consenso c’è stato solo per un rapporto con il preservativo, e non senza. “Uno dei miei obbiettivi era di sottolineare come quello che viene spesso descritto come una ‘brutta abitudine’, sia in realtà una violenza” spiega l’esperta. “Chi lo ha subito si sente in qualche modo violato, come se fosse stata calpestata la sua volontà, ma spesso dice di non sapere come definire quanto avvenuto”. Non essendo una pratica “violenta”, insomma, accade che chi la subisce tenda a sottovalutarla.
La condanna in Svizzera
In realtà, lo “stealthing” è una pratica illegale. A gennaio, in Svizzera, un uomo è stato condannato per stupro per essersi tolto il preservativo durante un rapporto sessuale. La corte ha stabilito che la donna avrebbe detto “No” a un rapporto non protetto. E quindi, in quel caso, si è trattato di violenza sessuale. “Ciascuno dei due partner deve decidere quanto in là ci si può spingere” conclude l’esperta, che sottolinea come chi lo subisce, oltre a gravidanze indesiderate, possa sviluppare problemi psicologici anche di grave entità. Secondo RAINN (Rape, Abuse & Incest National Network), la più grande organizzazione statunitense che si occupa di vittime di abusi sessuali, negli Stati Uniti ogni 98 secondi una persona subisce un’aggressione a sfondo sessuale. Ma solo in sei casi su mille chi l’ha compiuta finisce in carcere. In Italia, nel 2016, i dati parlano di 15 violenze sessuali al giorno, 23mila in cinque anni. E ora, sullo “stealthing”, si apre il dibattito.