“#E’ORADICHIEDERESCUSA”: E’ ORA DI FERMARE SENZA AMBIGUITA’ LA VIOLENZA SULLE DONNE di Ilaria Mazzei

“#E’ORADICHIEDERESCUSA”: E’ ORA DI FERMARE SENZA AMBIGUITA’ LA VIOLENZA SULLE DONNE di Ilaria Mazzei

images-1-jpgdentro Ascoltando la radio in macchina sono rimasta incuriosita da un messaggio che sentivo  passare spesso: “#E’ORADICHIEDERESCUSA” seguito da frasi diverse, dette da diversi  cantanti… le prime volte non vi ho dato molto peso. Dopo aver sentito passare questo  messaggio per la terza volta ho deciso di informarmi. Ed ecco cosa ho scoperto…

 Dal 18 luglio RTL 102.05, una delle stazioni radio maggiormente seguite in Italia, con il patrocinio della Camera dei Deputati, sta mandando in onda questa campagna di sensibilizzazione contro la violenza sulle donne.

A giugno la presidente Laura Boldrini ai microfoni di RTL aveva invitato a pensare di creare un’iniziativa di questo tipo. Il 14 luglio ha quindi anticipato il lancio dell’iniziativa durante la conferenza di presentazione della “Sala delle Donne” che si è tenuta a Montecitorio.

Ad ogni ora la stazione radio manda in onda l’annuncio della campagna #E’ORADICHIEDERESCUSA, con diversi contributi realizzati dai conduttori e dai seguenti artisti: Alessio Bernabei, Alex Britti, Alvaro Soler, Benji & Fede, Biagio Antonacci, Briga, Dear Jack, Dodi Battaglia, Emis Killa, Ermal Meta, Fabio Rovazzi, Federico Zampaglione, Francesco Renga, Gianni Morandi, Gigi D’Alessio, Giuliano Sangiorgi, Gue Pequeno, Il Volo, J-Ax e Fedez, Kekko Silvestre, Lele, Lorenzo Fragola, Luca Carboni, Lukas Graham, Marco Mengoni, Marracash, Max Gazzè, Max Pezzali, Nek, Paolo Simoni, Red Canzian, Riccardo Fogli, Roby Facchinetti, Ron, Sergio Sylvestre, Stadio, Stefano D’Orazio, The Kolors, Zucchero.

L’idea base della campagna è che essa sia rivolta agli uomini e che questi facciano sentire la loro voce rivolgendosi ad altri uomini condannando la violenza sulle donne e avendo ben chiaro che solo se si ha il coraggio di chiedere scusa, la violenza sulle donne può essere fermata. Credo che sia una bella iniziativa, di cui probabilmente si è sentita l’esigenza date le sempre più numerose notizie di vittime di violenza e maltrattamento che si sentono dai media.

Ma riflettendoci… non so per quanto tempo andrà in onda. È un’iniziativa particolare: affidata ad una sola radio, lenta ad arrivare nelle case o alle orecchie delle persone. E soprattutto non so quanto effettivamente potrà essere utile. Sono un po’ scettica per il titolo scelto per l’iniziativa … trovo ambiguo il concetto di “chiedere scusa”, non bastano le scuse quando parli di maltrattamento, sarebbe troppo semplice poter chiedere scusa e illudersi di cambiare pagina. Leggendo le intenzioni e lo scopo della campagna ho capito che è un messaggio rivolto alla popolazione maschile per la popolazione maschile: un messaggio corale, che potrebbe avere la sua validità in termini di sensibilizzazione e in ottica di prevenzione primaria. Come dire, un messaggio tra maschi del tipo: non dobbiamo noi maschi essere arroganti, dobbiamo chiedere scusa alle donne per la violenza di cui sono vittima. Ma allora perché non intitolare la campagna: METTIAMOCI IN DISCUSSIONE oppure FERMIAMO LA VIOLENZA oppure ancora “NON CI SONO SCUSE…NON CI SONO GIUSTIFICAZIONI”.

Forse quest’iniziativa potrebbe rappresentare il segno che c’è una sensibilità al tema che si muove nel mondo dello spettacolo e nel mondo maschile. Certamente per raggiungere più persone possibile potrebbe essere una buona cosa se diverse stazioni radio si accordassero e facessero partire una campagna di sensibilizzazione comune: avrebbe un impatto maggiore… Ma ci vuole d’altra parte una maggiore chiarezza. Cosa vuol dire chiedere scusa? Chiedere scusa è un atteggiamento spesso presente nell’autore della violenza intrafamiliare che chiede scusa per riagganciare la donna, per riportarla al suo ruolo subalterno per poi ricadere nella logica dell’impulsività violenta, non appena la frustrazione e la conseguente rabbia impulsiva prendono il sopravvento. La violenza sulle donne deve fermarsi senza se e senza ma.

Tags: