
29 Dic Gli istituti della violenza
Caro Patrizio,
la sua testimonianza è molto significativa. Certamente è improbo descrivere la propria storia familiare traumatica: qualsiasi vicenda segnata da un trauma “complesso” e prolungato è stata vissuta in una situazione di muta sconfitta e di solitudine penosa e presenta inevitabilmente un’originalità drammatica che è molto difficile comunicare agli altri.
Nella sua storia, Patrizio, non sono del tutto chiari i passaggi tra la situazione di forte idealizzazione della figura materna e la scoperta successiva del ruolo, diciamo così, perverso di sua madre, perverso in senso psicologico: “Mia madre mi ha usato, da prima ancora che nascessi, come un ‘oggetto’. Mai sono stato riconosciuto come un ‘soggetto’ con diritto di esistere!”
Risulta invece drammaticamente realistica e convincente la descrizione dell’esperienza terribile patita in istituto.
Ho ascoltato un’infinità di volte e qualche volta ho trattato, storie tremende ambientate in istituti per minori, come quella da lei narrata, con varianti di sadica originalità Si sono consumate nei decenni scorsi negli istituti vicende di abusi devastanti e diffusi che spesso sono rimaste sotto silenzio, perché i bambini e i ragazzi che ne sono stati vittima sono risultati troppo isolati e privi di ascolto, troppo “piegati” dall’esigenza di sopravvivere e di rimuovere o dissociare il ricordo per poterle comunicare.
Per questo sono importanti testimonianze come la sua: servono a indicare la possibilità che è possibile non tenere soffocate nella mente e nel corpo violenze come queste!