Gli occhi per vedere, le orecchie per sentire, la mente aperta alle emozioni … per aiutare i bambini …

Gli occhi per vedere, le orecchie per sentire, la mente aperta alle emozioni … per aiutare i bambini …

L’attenzione alle emozioni è decisiva in tante aree della vita: nella comunicazione tra gli esseri umani, nelle relazioni interpersonali (dalla coppia all’organizzazione del lavoro), nei processi educativi in famiglia e nella scuola. Ma c’è un’area in cui il rispetto delle emozioni è assolutamente indispensabile ed è assolutamente trasformativo: la prevenzione, l’ascolto e il contrasto alla violenza sui minori.

C’è una vastissima e sfaccettata area sommersa di maltrattamento ai danni dei bambini che la comunità adulta non ha gli occhi per vedere e le orecchie per sentire. Gli stessi operatori spesso non hanno la mente e la sensibilità emotiva per tollerare l’informazione disturbante che proviene da questa area.

La comunicazione del malessere dei bambini non inizia dalla bocca di chi parla ma dall’orecchio di chi ascolta. Lo sviluppo delle capacità di ascolto empatico degli adulti a 360°, la crescita delle competenze emotive e relazionali degli operatori e degli educatori è lo strumento indispensabile per consentire ai bambini di comunicare le proprie emozioni, per mettere in parola i disagi piccoli o grandi, i problemi, piccoli o grandi, di cui sono portatori.

La possibilità di comunicare le emozioni è la strada maestra per i bambini per comunicare informazioni, esperienze, difficoltà, ma questa strada è spesso ostruita dall’analfabetismo emotivo e dalla tendenza a giudicare e razionalizzare degli adulti e degli stessi “esperti”.

Il rapporto tra emozioni e maltrattamento è fondamentale su tanti piani: a) le emozioni non espresse e non gestite tendono a trasformarsi in violenza e a provocare maltrattamento; b) l’abuso ai danni dei minori nelle sue diverse forme è sempre un abuso emotivo, una violazione dei sentimenti del bambino; c) l’indisponibilità degli operatori a condividere le emozioni stressanti dell’impotenza, del dolore, della paura, della rabbia determina la mancanza di ascolto e di riconoscimento del maltrattamento; d) l’impatto traumatico che le diverse esperienze sfavorevoli avversive producono nei bambini aumenta enormente se il bambino è lasciato da solo con emozioni che non può comunicare; e) le emozioni sollecitate e nel contempo soffocate dalle situazioni traumatiche rimarranno per sempre incistate nella vittima, fin tanto che non possono essere espresse e rielaborate

Da 25 anni il Centro Studi Hansel e Gretel di Torino propone un’originale metodologia di sviluppo dell’intelligenza emotiva da applicare in tutte le fasi del processo d’intervento: prevenzione, indagine psicologico-forense, valutazione dei genitori, trattamento. Non è un caso che partirà da novembre un MASTER sulla gestione e lo sviluppo delle risorse emotive.

La prima lezione aperta e gratuita si svolgerà il 2 ottobre dalle ore 18 alle 20, 30 presso la Circoscrizione 3 a Torino in via de Sanctis 12. Il tema è il seguente: “La forza delle emozioni. Una risorsa? …da Freud a Papa Francesco”, relatore Claudio Foti.