I BAMBINI PIU’ SFORTUNATI DEL MONDO

I BAMBINI PIU’ SFORTUNATI DEL MONDO

Tra i bambini più sfortunati del mondo vanno annoverati i bambini dell’Iraq. In diverse aree del paese soffrono sempre di più la fame e la sete ed in compenso hanno assaggiato le bombe di tutti contro tutti, le guerre di tutti contro tutti. Quando un paese viene martoriato da ogni genere di conflitto politico, militare, etnico, religioso tanto che risulta difficile fare una mappa delle frontiere dei buoni e dei cattivi, dei torti e delle ragioni, è ovvio che siano i bambini i soggetti che finiscono maggiormente per patire ogni genere di paura e di sofferenza.

Le diverse gerarchie di potere che si sono combattute in questi anni in Iraq tanto più si sono accanite nella contrapposizione tra loro, tanto più si sono dimenticate della fragilità della popolazione e viceversa. Ciò che ha accomunato questi gruppi dominanti è la distanza dalla realtà dei bisogni dei più deboli e più in generale la distanza dai bisogni degli iracheni, che ormai da decenni con scarse soluzioni di continuità vedono il protrarsi di guerre, distruzioni ed ammazzamenti vari. Ciò che è cambiato maggiormente in questi anni è il colore delle bandiere per cui si è combattuto.

Un contributo luminoso a questa situazione di precarietà e di violenza è stato dato certamente dal civile Occidente attraverso l’efficiente Guerra in Iraq o Seconda Guerra del Golfo (2003-2011) che voleva esportare la democrazia, ma che ha finito per alimentare un escalation di morte e violenza, aggravando le tensioni antioccidentali, alimentando i fanatismi. Senza dubbio con l’intervento militare americano è venuto meno un dittatore, ma questa guerra, che è stata dichiarata senza esplorare le strade alternative che s’intravedevano per spingere all’esilio Saddam, ha causato decine di migliaia di morti, ha rovinato un’infinità di famiglie, ha seminato ferite e rovine nelle città e nell’animo della popolazione. Con le sue bombe intelligenti la seconda guerra del Golfo è stato un eccezionale esempio storico di stupidità emotiva e diplomatica. L’opinione pubblica occidentale è stata menata per il naso e convinta a giustificare l’intervento militare tramite motivazioni pretestuose e menzognere (le armi di distruzione di massa che Saddam Hussein avrebbe nascosto non sono mai state trovate). Non va peraltro dimenticato che anche il nostro paese ha partecipato alla guerra dal 2003 al 2006 non senza qualche entusiasmo e una vasta area di classe politica e di opinione pubblica l’ha fortemente legittimata. E’ vero che attualmente nessuno difende più quella guerra, ma è anche vero che non si sentono assolutamente voci di seria riflessione autocritica.

Oggi si assiste ad un peggioramento della situazione in Iraq a causa dell’avanzata delle truppe dello Stato islamico, che sono disposte a tagliare la gola a chi non si converte, che si accaniscono contro yazidi e cristiani, che rapiscono e violentano le donne e le ragazze, che hanno costretto intere popolazioni alla fuga dalle loro abitazioni. Certamente si deve trovare con una decisione della comunità internazionale un modo urgente ed efficace per fermare i “cattivi” , ma occorre chiedersi quanto noi occidentali siamo stati buoni!