06 Giu I CATTIVI ESISTONO, SONO BASTARDI DENTRO E NON VOGLIONO GUARIRE
Da anni cerchiamo di unire al nostro intervento sul piano sociale, giudiziario e soprattutto psicoterapeutico a favore delle vittime un impegno di cura e di recupero con gli autori di reato per contrastare la negazione, per favorire l’ammissione del reato e per ridurre i rischi delle recidive. Da anni lavoriamo in vari progetti di sostegno, di psicoterapia e di riabilitazione di soggetti impulsivi e di sex offenders. Abbiamo vinto con il Comune di Torino un progetto di aiuto ai genitori violenti che stiamo cercando di portare avanti A gennaio di quest’anno abbiamo organizzato un convegno che abbiamo intitolato RECUPERARE I CATTIVI. MA NOI SIAMO VERAMENTE BUONI? e che ha avuto un notevole successo. Abbiamo presentato e discusso in quell’occasione un progetto, basato gruppi di alfabetizzazione e di elaborazione emotiva con i sex offenders che abbiamo realizzato nelle carceri di Torino e di Saluzzo.
Stiamo cercando di preparare in Campania una nuova iniziativa che ripropone il progetto e il convegno e il titolo provocatorio che abbiamo utilizzato a Torino.
Proprio nei prossimi giorni a Siracusa Claudio Foti parteciperà ad un convegno sul tema “ABUSI SESSUALI SUI MINORI: connessioni possibili tra riparazione del trauma e cura degli abusanti. Nodi salienti nelle esperienze delle reti territoriali”. Il suo intervento, incentrato sul tema perversione ed intelligenza emotiva, cercherà di illustrare il nostro lavoro con i sex offenders.
Ovviamente questo nostro impegno che si rivolge anche a coloro che non sono mostri ma che certamente hanno fatto cose mostruose può suscitare perplessità, disagio e rifiuto in alcune vittime.
A febbraio dopo il nostro convegno questo convegno “RECUPERARE I CATTIVI. MA NOI SIAMO VERAMENTE BUONI?” abbiamo ricevuto la seguente mail di protesta di una persona che chiamerò Eliana.
“Sono veramente delusa – ci scriveva – che un’associazione nobile come la vostra, Hansel e Gretel, possa improvvisamente fare un convegno del genere….!! Che succede? Vi siete resi conto che difendere i bambini è una battaglia persa allora vi buttate a tutela e comprensione dei carnefici??
Vi siete resi conto che l’Europa sta andando incontro alla pedofilia allora avete paura di rimanere indietro?
Una domanda: ma tra di voi autoeletti “esperti” della materia abuso c’è qualcuno che è stato abusato o sodomizzato in tenerissima età da un adulto? rispondetemi per favore: c’è??
Beh, chiedetelo alle vittime allora cosa ne pensano di quanto avete scritto verso chi ha bruciato con CATTIVERIA la loro vita, prima di abusare della psicologia per fare del buonismo verso chi NON HA VOGLIA DI “GUARIRE”, e questo voi lo sapete bene, anche perché si guariscono i malati e la pedofilia e la violenza non sono una malattia, e sapete anche questo. Gli abusanti, i violenti, gli assassini e soprattutto i pedofili non si pentono mai di quello che hanno fatto, sono al corrente perfettamente del male che fanno ma se ne fregano e continuano a farlo, anche con un certo orgoglio. E sapete anche questo.
Gli abusanti, i violenti, gli assassini e soprattutto i pedofili non si pentono mai di quello che hanno fatto, sono al corrente perfettamente del male che fanno ma se ne fregano e continuano a farlo, anche con un certo orgoglio. E sapete anche questo.
trovo doloroso e raccapricciante che proprio voi abbiate potuto scrivere questo:
“Non si può dimenticare che la distinzione/contrapposizione fra buoni e cattivi affonda le sue origini nei processi mentali più arcaici ed emotivi dell’essere umano. Spesso questa distinzione/contrapposizione può essere influenzata da un bisogno di stabilire in maniera rassicurante e difensiva la frontiera tra il bene e il male a nostro uso e consumo usando i meccanismi psichici della scissione e della proiezione: ci collochiamo nel “fronte” del bene senza assumerci le nostre responsabilità, senza vedere le parti “cattive” che portiamo con noi.”
Ora pubblicate questo post e spero non mi rispondiate con le solite trappole cerebrali di chi fa il vostro lavoro e finisce lui per primo ad essere ingabbiato nelle proprie teorie e finendo poi col sentirsi onnipotente nel giudicare chiunque, perdendo troppo spesso il senso puro e vero della vita, dell’amore.”
Questa mail di Eliana è stata dimenticata nel nostro casino organizzativo (successivo alla morte di Claudio Bosetto) e avendola rintracciata abbiamo deciso di darle risalto perché è la voce di una vittima che merita attenzione, rispetto e riflessione.
Domani Claudio Foti pubblicherà la sua risposta.