IN MORTE DI CLAUDIO BOSETTO

IN MORTE DI CLAUDIO BOSETTO

Claudio Bosetto

In morte. Stato in luogo. A contatto della morte. Consapevoli della morte.

La vita è così. Ogni forma di controllo è caduca e illusoria. Tua moglie ti sveglia al mattino gridando che è morto il tuo amico più straordinario e più operoso, quello che ha celebrato il tuo matrimonio, quello che sentivi quotidianamente, con cui hai condiviso e costruito il progetto culturale più incisivo e più coinvolgente della tua vita. E tu subito non capisci cosa ci sia da gridare tanto e un millesimo di secondo dopo pensi tra te e te, rimanendo impassibile, che gridare è troppo poco.

Ti svegli e rimani in un numbing prolungato in cui fai fatica a connettere il nome e cognome Claudio Bosetto con il buio della morte. C’è qualcosa che porta via la mente e ti impedisce di stare in morte. Non sai quando ti potrai riprendere dal numbing, da questa reazione di torpore e distacco emotivo con cui ci difendiamo da eventi scombussolanti. Non lo sai, mentre ti passano rapidamente per la mente sequenze e frammenti di ricordo riguardanti gli scenari più vari del rapporto con chi è morto: la lezione da tenere al Master sulla gestione e sullo sviluppo delle risorse emotive, la discussione sul rapporto tra cristianesimo e buddismo, la divergenza su una questione organizzativa in direttivo, le cene di lavoro a base di sushi, l’ultimo week end passato insieme a comprendere e praticare la mindfulness finendo casualmente tra quaranta persone a sperimentare proprio con lui la meditazione di coppia, a ricercare insieme la percezione sintonizzata del respiro proprio e di quello dell’altro.

Claudio Bosetto non era soltanto la mente organizzativa del Centro Studi Hansel e Gretel Onlus, era qualcosa di più, molto di più: era il nostro sito e la pagina di Facebook che curava con sapienza tecnica e intelligenza per lo più con le sue sole forze; era la direzione della nostra piccola casa editrice, Sviluppo Intelligenza Emotiva, di cui garantiva le pubblicazioni; era lo spirito di servizio che metteva nelle cose: da quelle più importanti, come la preparazione dei convegni, a quelle più piccole, come la cura delle note quando impaginava le pubblicazioni; era il disinteresse personale e l’altruismo con cui si assumeva i più vari incarichi, coprendo i buchi che si creavano nella nostra organizzazione; era la sollecitazione a non trascurare l’importanza della scuola, già troppo dimenticata dal contesto politico e sociale e il ruolo degli insegnanti nella prevenzione del maltrattamento e dell’abuso; era l’attenzione al dialogo e alla collaborazione con altre associazioni come il Cismai, in cui era stato eletto per un mandato nel direttivo nazionale, Save the Children, con cui da anni collaborava, il Movimento per l’infanzia, a cui aveva donato il logo che aveva personalmente disegnato e altre ancora a cui aveva regalato, spesso senza compenso, suggerimenti e formazione…

E ancora: ci lascia la sua sensibilità particolare alla tematica, che ben conosceva, del trauma infantile non ascoltato in famiglia, la sua immediatezza nel far trasparire il bambino in lui che era stato e forse ancora rimaneva sofferente, generoso, indifeso, la sua capacità di sollecitare negli altri un contatto con la propria infanzia.

Di Claudio Bosetto molti ricordano il saluto introduttivo che aveva rivolto in qualità di presidente del Convegno nazionale, Prendersi cura di sé per prendersi cura dei bambini, un convegno promosso dalla nostra associazione nel 2009: di fronte ai 500 operatori presenti al Salone di Lingotto Fiere aveva augurato buon lavoro ai bambini e alle bambine presenti negli adulti che stavano preparandosi all’inizio dei lavori.

Qualità della vita. Qualità della morte. L’ultima giornata è all’insegna della coerenza dei comportamenti e dei valori che ha abbracciato. Ci sentiamo a mezzogiorno per telefono. Mi informa che ha parlato con il bambino di cui abbiamo parlato in equipe mercoledì mattina. Mi dice che ha scoperto che l’ipotesi che abbiamo formulato è assolutamente fondata. Fissiamo un appuntamento per il giorno dopo per valutare come procedere per affrontare l’abuso sessuale che è emerso. Al pomeriggio va in carcere alle Vallette a partecipare alla presentazione ai detenuti nella sezione dei sex offenders di un progetto organizzato assieme al Gruppo Abele che prevede un nuovo lancio di gruppi di alfabetizzazione e di elaborazione emotiva. Per la seconda volta è prevista una sua coconduzione. I detenuti del gruppo condotto l’anno precedente lo salutano con calore. Claudio è molto contento della riuscita dell’incontro. Poi segue un impegno ai Lions per discutere un’iniziativa culturale sul tema dell’educazione sessuale dei bambini, un tema che gli è molto caro. Chi partecipa alla riunione lo sente sereno ed efficace. Poi Claudio esce, va alla macchina, paga il parcheggio, si prepara a tornare a casa. Ha fatto il suo dovere, fino all’ultimo, come sempre. E il cuore, il suo grande cuore non regge più.

Quando muore qualcuno è facile dire che lascia un vuoto incolmabile. Nel caso di Claudio l’espressione non è banale o retorica. Senza di lui il Centro Studi Hansel e Gretel Onlus non avrebbe retto e non sarebbe riuscito a diventare ciò che è diventato nonostante la crisi, l’assenza di sostegni politici e di finanziamenti strutturali e permanenti. Senza di lui la nostra associazione e il nostro sito non saranno più quelli di prima.

Da qualche mese aveva lasciato il mandato di presidente, che aveva svolto per un lunghissimo arco di tempo, da un anno che non a caso in questo momento neppure ricordo. Voleva scrivere un libro sulla scuola. Far fare un salto di qualità al sito e alla casa editrice. Aprire ricerche sull’educazione sessuale e sull’intelligenza delle emozioni nella scuola. Rendere ancora più efficaci le docenze al nostro master. Dedicarsi maggiormente alla cura di sé e alla vicinanza con la famiglia.

Si stava aprendo una nuova stagione in cui l’apporto di Claudio stava individuando una nuova qualità culturale e una nuova prospettiva di approfondimento, anche se la sua generosità gli impediva di ridimensionare il suo apporto organizzativo.

Sei andato via troppo presto, Claudio. Ci lasci nei casini, anche se certamente la tua testimonianza ci sarà di grande conforto. Il libro sulla scuola, Claudio, lo facciamo uscire postumo, basta una sistematina perché l’avevi già completamente scritto. E mentre scrivo questo finale del testo, proprio solo alla fine, il numbing, che impedisce di stare in morte, in presenza mentale della morte, si scioglie, perché mi ritrovo a piangere senza difese… La vita è così!

 

Il rosario si svolgerà lunedì 23 febbraio alle ore 17, 45 presso la Parrocchia di Gesù adolescente, via Luserna a Torino.

Ci ritroviamo per il funerale martedì 24 febbraio alle ore h. 10 alla Parrocchia di Gesù adolescente, via Luserna Torino.

Chi vuole ricordare con un saluto e un pensiero Claudio Bosetto può scrivere un commento al post intitolato: Di Claudio mi ricordo quella volta che…

Il Centro Studi Hansel e Gretel raccoglie fondi per un progetto ispirato a Claudio Bosetto di educazione alla sessualità e all’affettività per bambini della scuola primaria.