La forza vitale della meditazione. Cura e consapevolezza di sé

La forza vitale della meditazione. Cura e consapevolezza di sé

Dispensa del Centro Studi Hansel e Gretel n° 22
a cura di Claudio Foti

Il Centro Studi Hansel e Gretel ha sviluppato da oltre 20 anni la propria attività per una cultura dell’ascolto e della prevenzione della sofferenza dei bambini e ha costruito la propria identità culturale, teorica e metodologica attraverso l’applicazione concreta, lo studio e la rielaborazione delle correnti e delle tecniche della psicologia e della psicoterapia interessate alla sintesi tra l’intelligenza e le emozioni, tra il codice adulto della razionalità e il codice infantile degli affetti. Siamo stati e siamo interessati a sperimentare e valorizzare le diverse teorie e tecniche psicologiche (dalla psicoanalisi relazionale all’intelligenza emotiva di Daniel Goleman, dallo psicodramma all’EMDR) che favoriscono un’interazione e un’integrazione tra la dimensione razionale e quella affettiva del soggetto umano, tra le competenze cognitive e le competenze emotive. In quest’ottica Centro Studi Hansel e Gretel da alcuni anni ha avviato un percorso di formazione e ricerca culturale, mentale ed esperienziale, con la psicologia orientale e con ciò che può insegnarci riguardo all’integrazione e il contatto vivo, autentico, integrato tra l’apparato psichico e il corpo, tra la consapevolezza e la vita, tra la presenza mentale e il fluire delle sensazioni e delle emozioni. A partire dallo sviluppo dell’esperienza meditativa e dalla conseguente riflessione esperienziale e teorica che ne può derivare possiamo aprirci ad un tentativo di confronto, interazione e possibile sintesi tra lavoro psicoterapeutico e lavoro meditativo, tra la finalità analitica e la finalità psicologica e psicoterapeutica della meditazione, tra la pratica dell’inquiry, (“osservazione spassionata ma non fredda dei processi mentali, al di là dell’ego di ciascuno” all’interno del gruppo della Mindfulness), e la pratica dell’analisi delle cause profonde e remote della sofferenza traumatica, senza aprioristiche contrapposizioni. Questo tentativo di incontro e confronto non potrà appianare tutte le contraddizioni e non dovrà appiattire prospettive inevitabilmente differenziate, ma potrà generare comunque buoni frutti.

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