L’APICE DELLA VIOLENZA: ORGOGLIO PEDOFILO E LEGITTIMAZIONE DELLA PEDOFILIA

L’APICE DELLA VIOLENZA: ORGOGLIO PEDOFILO E LEGITTIMAZIONE DELLA PEDOFILIA

Di Eleonora FISSORE


Ormai da parecchi anni numerose associazioni pro-pedofilia promuovono lo sdoganamento della libertà sessuale nei confronti dei minori, sostenendo che i rapporti sessuali tra adulti e bambini aiutino la crescita sessuale dei più piccoli, perché li renderebbero più sicuri, facendoli maturare prima. I militanti pro pedofilia sostengono che sia assurdo considerare un rapporto sessuale tra adulto e bambino come negativo per il bambino: se quest’ultimo ha minore esperienza, potrebbe attivare spontaneamente il desiderio sessuale e addirittura fare lui la prima mossa.   Insomma, il punto centrale attorno a cui ruota la filosofia di queste associazioni è che i rapporti sessuali tra adulti e bambini dovrebbero essere leciti e positivi, all’unica condizione che non siano né violenti, né coercitivi e siano basati sul “consenso” del minore.

Ciò che queste teorie assurdamente negano è il fatto irriducibile  che il minore non sia in grado di fornire un consenso sulla scelta di partecipare ad un’attività sessuale, perché il suo sviluppo psico-affettivo e la sua inesperienza non gli consentono di comprendere a fondo le dinamiche sessuali e di capire davvero cosa gli venga proposto. I bambini inoltre sono fortemente influenzabili e manipolabili ed i pedofili conoscono abilmente quali carte giocare, come persuadere il minore, attraverso una coercizione esercitata in maniera subdola, spietata oppure seduttiva.. Inoltre, il presupposto che il mancato uso di violenza annulli la traumaticità dell’esperienza ed i suoi effetti nocivi, confusivi e destrutturanti per la mente del bambino è a dir poco infondato.. Un rapporto sessuale con un bambino risulta in ogni caso profondamente disturbante, e disgregante per lo sviluppo del suo sé, della sua autostima, della sua fiducia nell’adulto e nell’integrità della propria mente. Il bambino non riesce a padroneggiare l’eccitazione che l’esperienza sessuale precoce gli induce.  Non può riuscire a gestirla per i propri obiettivi, mentre l’adulto è in grado di guidare e di orientare l’esperienza sessuale con il bambino come e fin quando gli piace.

Vi è una confusione di lingue tra adulto e bambino, che si trovano ad un livello di sviluppo psicologico e sessuale molto diverso. Mentre il piccolo chiede affetto, giocosità, calore ed amore, l’adulto pedofilo stravolge la richiesta del bambino offrendo sessualità per cercare piacere e potere, creando una grande confusione nel bambino e inficiando la sua capacità di interpretare le intenzioni altrui (Ferenczi, 1932).

Ma vi è qualcosa di ancora più rischioso e folle delle assurde teorie promosse da queste associazioni a favore della pedofilia, ovvero la promozione di due giornate di “festa”, per celebrare l’orgoglio pedofilo! Orgoglio, ebbene sì, perché ogni anno, da ormai parecchio tempo, la NAMBLA (North American Man-Boy Love Association), la più grande associazione facente parte del gruppo I.P.C.E.  (International Pedophile and Child Emancipation), con proseliti in tutto il mondo, organizza due giornate per chiedere l’abolizione dei limiti di età in materia di rapporti sessuali, così da combattere la criminalizzazione di quegli adulti che praticano sesso con minori e permettere il rilascio di tutti gli uomini detenuti per questo tipo di reati. Il 25 Aprile di ogni anno si celebra pertanto l’Alice Day, giornata celebrativa dei rapporti tra pedofili e bambine di sesso femminile, mentre verso fine giugno (data che varia ogni anno) si celebra l’International Boy-Man Love Day (IBLD), nota come giornata dell’orgoglio pedofilo. Durante queste celebrazioni vengono accese candele blu per celebrare l’amore tra pedofili e bambini sia maschi che femmine di tutte le età e per chiedere inoltre fondi a sostegno della causa pedofila.

Malgrado le numerose denunce rivolte a questo tipo di associazioni ed ai siti web dai quali esse diffondono la propria ideologia delirante e pericolosa e malgrado sia abbastanza frequente il coinvolgimento dei militanti pro-pedofilia facenti parte di queste associazioni in attività criminali, non si è ancora riusciti ad arginare il fenomeno, che anzi sembra continuare a dilagare e a promuovere disinformazione.

Già nel lontano 1977 infatti, 24 esponenti di quella che l’anno seguente avrebbe assunto il nome di NAMBLA, furono arrestati e incriminati per oltre 100 imputazioni di violenza a danni di  minori di età compresa tra gli 8 e i 15 anni. Nel 2000 una coppia di Boston citò in giudizio NAMBLA per l’omicidio colposo del figlio. Due membri dell’associazione vennero condannati per aver pedinato, torturato, ucciso e mutilato il figlio della coppia nell’ottobre del 1997.

A seguito di quell’azione legale nella sentenza venne affermato che Nambla fungesse da canale per una rete sotterranea di pedofili negli Stati Uniti, i quali usano l’associazione e i contatti su internet per ottenere e promuovere l’attività pedofila (cfr. Il Fatto Quotidiano).

Solidale con il gruppo americano è l’associazione pedofila fondata nel 1982 nei Paesi Bassi con il nome di Martijn, che cerca anch’essa di legalizzare i contatti sessuali tra adulti e bambini. Nel 2010 il presidente dell’associazione dell’epoca, Ad van den Berg, fu arrestato a seguito del ritrovamento nella sua abitazione di una grande quantità di materiale pedopornografico. Nonostante ciò l’associazione ha continuato la sua attività forte del parere emesso dal Ministero per la sicurezza e la giustizia che nel giugno 2011 aveva stabilito che per la legge olandese la sua attività non era illegale.  Nel 2012 tuttavia il tribunale civile di Assen aveva ingiunto lo scioglimento del gruppo, ritenendo che le sue proposte di legalizzazione dei rapporti sessuali tra adulti e bambini fossero contrarie alle norme ed ai valori della società olandese. Tuttavia una sentenza choc del 2013 ha ribaltato la decisone di primo grado, stabilendo che non possa essere vietata l’attività dell’associazione e ritenendo inoltre che le condanne precedenti di alcuni membri dell’organizzazione per abuso non potessero essere collegate all’organizzazione stessa, che non ha mai commesso un crimine (cfr. La Stampa).

Nel 2001 l’ideologo del sito italiano “Fronte di liberazione pedofila” fu arrestato, insieme ad altre 5 persone, a seguito di un’indagine per pedofilia con l’accusa di aver violentato complessivamente  128 bambini (cfr. la Repubblica).

Sconvolgente è come, nonostante tutto, queste associazioni continuino a propagandare le proprie idee ed a fare proseliti, sfruttando razionalizzazioni subdole e folli a sostegno della propria ideologia che giustifica e promuove la pedofilia e nasconde completamente la traumaticità dell’abuso sui minori, mettendo così in atto la massiccia negazione, tipica degli autori di reati sessuali.  Una negazione che si sviluppa su quattro piani: 1. negazione   dei fatti (minimizzazione dei comportamenti abusanti); 2. negazione  della consapevolezza “non me ne sono reso conto”, “è stato l’alcool”), 3. negazione della responsabilità (“è lei che mi ha provocato”, 4. Negazione dell’impatto (cioè dei danni e delle sofferenze provocate al bambino) a seguito del suo coinvolgimento sessuale (Foti, 2007). La negazione dell’abusante ha “contorni di minaccia, segreto, imbroglio, mistificazione”(Foti, 2004, p.7). “Attraverso la sessualizzazione ai danni dei bambini il progetto perverso tende a garantirsi e a perpetuare l’equilibrio patologico che accompagna il progetto stesso: la negazione è una difesa fondamentale della strategia perversa e ne è parte integrante” (Foti, 2004, p.7). Questo diniego rende l’esperienza subita dal bambino ancora più traumatica,  in quanto egli, espropriato della verità e privato della possibilità di ricevere riconoscimento o conforto in relazione a quanto vissuto, resta disorientato e confuso (Ferenczi, 1932).

Non ci si deve dimenticare che non solo l’abuso sessuale, ma anche l’apologia e l’istigazione alla pedofilia sono reati.  Altro che orgoglio! Il tentativo di legittimare culturalmente, psicologicamente e giuridicamente  il coinvolgimento del bambino nell’attività sessuale dell’adulto dovrebbe suscitare senso di colpa in chi lo pratica, rabbia, indignazione, disgusto, orrore e pena in tutti coloro che hanno a cuore i più piccoli…

 

Riferimenti bibliografici

  • Furfaro S., 2004, “Pedofilia. Un fenomeno giuridico e sociologico”, Università di Firenze, http://www.altrodiritto.unifi.it
  • Ferenczi S., 1932, Confusione delle lingue tra adulti e bambini,it in Ferenczi S., Fondamenti di psicoanalisi, Guaraldi, Rimini, 1974, vol. 3
  • Foti C. (a cura di), Psicoterapia dei bambini e degli adulti vittime di violenza,I.E. edizioni, 2007.
  • Foti C. (a cura di), Il trauma dell’abuso tra negazione e riparazione, S.I.E. edizioni, 2004.
  • https://www.nambla.org/