
17 Lug L’ASCOLTO EMOTIVO ED EMPATICO DEI GENITORI (parte prima!) di Claudio Foti
I genitori hanno un grande bisogno di essere ascoltati e di essere ascoltati dal punto di vista emotivo. Talvolta l’incontro con una persona capace di ascolto empatico, cioè di accettazione, di disponibilità, di vicinanza emotiva può sollecitare risposte di consapevolezza e cambiamento. L’ascolto dei genitori può produrre stimoli positivi che determinano una circolarità dell’atteggiamento dell’ascolto, i cui effetti si possono registrare nella relazione genitori-figli.
L’ascolto emotivo ed empatico dei genitori deve tenere conto di quattro elementi.
1) Chi ascolta non deve porsi come super-genitore, non deve assumere un atteggiamento di superiorità e di colpevolizzazione, anche se non rinuncia a creare un clima di riflessione favorevole alla responsabilizzazione e alla messa in discussione.
2) Occorre aiutare i genitori a comprendere i limiti che ogni adulto ha nella capacità di ascolto dei soggetti in età evolutiva. L’ascolto è un impegno gravoso e complesso ed è importante riconoscere i nostri limiti come ascoltatori in quanto individui, istituzioni, famiglie, comunità. Noi non siamo degli ascoltatori perfetti ed ottimali dei bambini.
3) É necessario inoltre sollecitare i genitori a migliorare l’attenzione, nel concreto della quotidianità, al figlio, mettendolo al centro di un interesse rispettoso e tendente al dialogo. Sviluppare una curiosità partecipe e scoprire le potenzialità di cui i i ragazzi sono portatori. Questo non significa scivolare nel permissivismo. Non dobbiamo rinunciare al nostro ruolo di adulti, sapendo dire dei no, dare dei limiti e delle regole, ma sempre in un contesto attento e rispettoso del bambino e del ragazzo.
4) Occorre promuovere la crescita delle competenze emotive dei genitori. L’intelligenza emotiva è la prospettiva culturale su cui il Centro Studi Hansel e Gretel ha sviluppato da anni un approfondimento teorico e una specializzazione operativa. L’intelligenza emotiva è la capacità di mettere in parola i sentimenti. I sentimenti non sono semplicemente una debolezza, che minaccia la nostra capacità logica e comunicativa. Dei sentimenti non bisogna vergognarsi. La vita emotiva è anche e soprattutto una risorsa. Se impariamo ad utilizzarla, la nostra capacità di ragionare, di comunicare, di comprendere i fenomeni e di affrontarli, invece di diminuire, aumenta sensibilmente. Nelle nostre famiglie e nelle nostre istituzioni educative spesso i sentimenti vengono accantonati; le prestazioni vengono affrontate senza costruire dei contesti entro i quali si possa fare riferimento ai sentimenti. Quando i sentimenti, piacevoli e spiacevoli, possono essere oggetto di comunicazione e confronto e le prestazioni e i giudizi non sono enfatizzati, , abbiamo dei contesti educativi dove il disagio può essere espresso e quindi più facilmente individuato, segnalato, affrontato. il ragazzo sente di poter essere accettato con il suo dolore e la sua confusione: non deve tenerseli dentro di sé. E non è poca cosa.