L’ATTENZIONE AL CORPO E LA CURA DEI SOGGETTI TRAUMATIZZATI : UNA LEZIONE DI NADIA BOLOGNINI

L’ATTENZIONE AL CORPO E LA CURA DEI SOGGETTI TRAUMATIZZATI : UNA LEZIONE DI NADIA BOLOGNINI

 

L’attenzione al corpo, ai segnali del corpo degli utenti e ai segnali del proprio corpo negli operatori stessi: è un tema affrontato sul piano dei concetti e sul piano dell’esperienza da Nadia Bolognini nel weekend di maggio del master “Gestione e sviluppo delle risorse emotive” organizzato dal Centro Studi Hansel e Gretel e dalla Facoltà Pontificia Auxilium di Roma.

Nadia Bolognini è psicoterapeuta ed è responsabile del lavoro diagnostico e terapeutico dell’area evolutiva del Centro Studi Hansel e Gretel. Sta portando avanti percorsi di formazione ed approfondimento sulla psicoterapia del trauma, sulla mindfulness e sulla terapia sensomotoria.

Utilizzando questi cammini di studio e ricerca, integrati con il modello teorico e formativo del Centro Studi Hansel e Gretel, basato sulla valorizzazione delle emozioni, Nadia Bolognini ha proposto agli allievi una lezione innovativa che ha suscitato un forte coinvolgimento cognitivo ed emotivo.

Cura delle emozioni nella psicoterapia del soggetto traumatizzato era il tema della lezione. Il tema della comprensione e della cura del soggetto traumatizzato può riguardare gli psicologi e su un piano professionale specifico e diverso gli assistenti sociali, gli educatori, gli insegnanti che partecipano al Corso. Sono stati presentati casi per dimostrare quanto la comunicazione attraverso il corpo sia fondamentale nell’ascolto e nella cura dei soggetti traumatizzati.

E’ stata proposta agli allievi una mindfulness focalizzata basata sui cinque organizzatori dell’esperienza: sensazioni fisiche, movimenti involontari del corpo, cinque sensi, emozioni e pensieri.   Inoltre è stata vissuta ed elaborata un’esperienza formativa in cui gli allievi sono stati aiutati a verificare in se stessi e nell’altro (in un contesto comunicativo) – di fronte a temi emotivamente rilevanti l’emergenza più varia dei movimenti del corpo, il bussare alla porta dei segnali del corpo nella pratica professionale e nella relazione di aiuto:  un’emergenza carica di significato emotivo e relazionale che si può imparare ad ascoltare.

Interessante infine il riferimento alla psicoterapia della compassione. Afferma al riguarda Nadia Bolognini: “La psicoterapia è sempre stata una pratica spirituale, lo è nell’uso della mindfulness e nel principio della non violenza. “Nella ricerca di uno stato mentale amorevole, spazioso e presente…. Soprattutto quando abbiamo a che fare con il trauma dobbiamo essere dolci…” Janet (1925, p.754). Questo principio permette di sviluppare un atteggiamento compassionevole, benevolo e accettante di tutte le parti del paziente soprattutto quelle che egli stesso non può accettare. Come afferma Thich Nhat Hahn, “ …trattateli in modo affettuoso e non violento”. Quando i pazienti si comportano in modo inadeguato, distruttivo o incosciente, non usiamo la critica o il giudizio o peggio l’etichetta patologizzante,   aiutiamoli piuttosto a tener accesa la fiammella della consapevolezza, ad essere curiosi, a osservarsi in modo più completo e compassionevole, anziché tentare semplicemente di cambiare o modificare a tutti i costi il loro comportamento. E’ molto importante sviluppare una consapevolezza dentro noi stessi come terapeuti, una consapevolezza riguardo ai nostri cinque organizzatori centrali, una consapevolezza della non violenza innanzitutto dentro noi stessi.”