LE EMOZIONI E L’ARCA DI NOE’ di Silvia Cocco

LE EMOZIONI E L’ARCA DI NOE’ di Silvia Cocco

Si ha paura di ciò che non si conosce, di ciò che non fa parte della nostra quotidianità. Questo è ciò che fin da piccoli ci insegnano. E così genitori, insegnanti, maestri, ecc. ci informano di tutte quelle cose presenti nel mondo che ancora non conosciamo. Culture diverse, usi e consuetudini di altri paesi: tutto questo per insegnarci a riconoscere e comprendere ciò che non fa parte di noi ed imparare così ad accettarlo. La cultura occidentale proietta l’individuo verso la conoscenza e il desiderio, talvolta illusorio, di controllo del mondo esterno. Ma c’è qualcosa che è molto più vicino a noi, qualcosa che fa parte di noi, che ogni essere umano possiede e da cui non potrà mai distanziarsi perché è insito nell’uomo stesso: le emozioni.

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Rispetto a questo patrimonio vitale per l’esistenza e per la società la cultura occidentale è più distratta. Infatti fin dalle prime scuole dell’infanzia ciò che ci viene insegnato è imparare a leggere, a scrivere, a fare i conti, tutte cose che ci saranno estremamente utili nell’affrontare la nostra vita. Però nessuno ci insegna davvero a comprendere e capire a fondo le nostre emozioni. C’è una sorta di corsa nel cercare di raggiungere appena possibile e nel più veloce tempo possibile un atteggiamento razionale, basato sull’attivazione intellettuale della nostra mente, sulla ragione intesa come capacità di analizzare gli eventi che accadono nella nostra vita e di saperli affrontare in maniera adeguata. In questa concezione la ragione non ha nulla a che fare con le emozioni, intese all’opposto come impetuose, imprevedibili, considerate come un “impiccio” di troppo che deve essere attenuato il prima possibile. Questa sembra essere la concezione : la mente e il cuore sono due mondi a sé stanti e il primo deve prevalere sull’altro. Ma le emozioni sono in noi, per quanto si possa cercare di schiacciarle, queste verranno sempre fuori in un modo o nell’altro. Per questo motivo è importante insegnare già nella prima infanzia a riconoscere le emozioni, a comprenderle e soprattutto a viverle. Nel modello culturale e d’intervento che il Centro Studi Hansel e Gretel porta avanti lavorare a potenziare l’intelligenza emotiva è fondamentale. Si parte da una concezione della mente e del cuore, del cervello emotivo e del cervello razionale come due polarità interconnesse, due meccanismi che collaborano tra di loro, attraverso uno scambio continuo di informazioni che permette al bambino e al futuro adulto di concepire gli accadimenti della vita con tutto se stesso, in maniera integrata. Reprimere le emozioni significa vivere una disarmonia e generare situazioni di disagio. Per poter far ciò un ruolo di estrema importanza spetta ai genitori e agli insegnanti. Sono infatti proprio loro che possono far comprendere al bambino che ciò che sta provando non è qualcosa di strano e oscuro che deve “cacciare via” per essere competente e prestante, ma al contrario che si tratta di un’emozione che va tenuta in considerazione e non +soffocata o giudicata. Un impegno fondamentale che emerge nel lavoro del Centro Studi Hansel e Gretel è quello di insegnare ai bambini (e prima ancora agli adulti che spesso fanno molta fatica a capirlo!) non esistono emozioni positive e negative, ma emozioni piacevoli e spiacevoli. Questo aiuta il bambino a comprendere che tutte le emozioni hanno un senso, che tutte le emozioni possono essere legittime e provarle è umano. Se un’emozione viene riconosciuta, se il nostro cuore viene riconosciuto allora sapremo come agire, la nostra mente ci aiuterà a scegliere quale decisione prendere. In un seminario condotto in una scuola da Silvia Deidda mi ha colpito l’immagine dell’Arca di Noè: su un’arca si trovano animali di specie diverse che convivono al suo interno. La mente (l’arca) permette di contenere in maniera armonica tutte le emozioni (gli animali delle diverse specie, quelli più addomesticati e quelli potenzialmente più aggressivi). Dobbiamo imparare a non pensare all’intelligenza come spoglia di emozioni, ma ricordarci che le emozioni sono sempre presenti nei processi di pensiero e nei processi di apprendimento. Un vecchio detto dice: “Non abbiate paura di provare qualcosa di nuovo. Ricordatevi, i dilettanti costruirono l’arca, i professionisti costruirono il Titanic.”

L’enfatizzazione della tecnica sganciata dai sentimenti spesso è inconcludente e rischiosa: e può mettere in forse la sopravvivenza della specie. L’Arca di Noè nel mito è stata concepita dalla passione, dall’amore e dal desiderio di salvare e proteggere per quanto possibile l’umanità.