LE NUOVE FRONTIERE DELLA PERVERSIONE. PERCHE’ NON FARSI UNA BAMBOLA?!?

LE NUOVE FRONTIERE DELLA PERVERSIONE. PERCHE’ NON FARSI UNA BAMBOLA?!?

Di Viola Salis


Fino a qualche anno fa sembrava fantascienza, adesso è una realtà con la quale dovremo fare i conti: il 3 settembre ha aperto i battenti a Torino il primo bordello dove i clienti trovano ad accoglierli delle bambole-robot. Così, dopo Mosca e Barcellona, l’azienda LumiDolls è sbarcata anche in Italia e mette a disposizione 7 bambole, più una versione maschile. Le bambole in questione sono delle perfette riproduzioni di quello che è il corpo umano, ma in silicone ed estremamente sessualizzate. Il luogo degli incontri non viene specificato nel sito ma pare si trovi in un anonimo edificio in zona Mirafiori, lontano dal centro e da occhi indiscreti. La società che ha lanciato la nuova casa di appuntamenti precisa che si tratti di “uno spazio lussuoso, assolutamente riservato e del tutto legale.Infatti la catena spagnola sarebbe in possesso di certificazioni europee e di materiali idonei per l’igienizzazione dei modelli ogni volta che ne vengono usati. Peccato che qualche giorno fa la casa di appuntamenti ha ricevuto la visita degli agenti di polizia municipale di Torino insieme al servizio d’igiene della ASL, che hanno deciso di porre i sigilli e sanzionare l’attività con oltre tremila euro di multa. L’accusa è di esercizio abusivo dell’attività di affitta camere. Inoltre sono in corso dei controlli circa il metodo di igienizzazione delle bambole, che sembrerebbe non a norma.  I proprietari dichiarano che si tratta solo di regolamentare alcune formalità e che l’attività riaprirà presto. Ancor prima della sua recente apertura, questo nuovo servizio è stato preso d’assalto e le prenotazioni sarebbero sold out fino al mese di novembre (i clienti sono perlopiù uomini, ma anche donne e coppie), scatenando pareri contrastanti tra l’opinione pubblica. Anzitutto, è bene specificare che questo tipo di interesse può riguardare soggetti che potrebbero aver sviluppato un particolare tipo di parafilia, l’Agalmatofilia, ovvero l’attrazione sessuale nei confronti di oggetti inanimati antropomorfi quali statue, bambole, manichini e simili, che risultava essere molto diffusa nel mondo antico e che oggi, in un’ottica contemporanea, può essere attribuita all’attrazione sessuale verso le bambole-robot. (Ferrari, 2013)

Da un lato, ci sono coloro che, come David Levy, autore di diversi manuali sull’argomento, ne esaltano le potenzialità nel ridurre problematiche come la prostituzione, le malattie sessualmente trasmissibili e la pedofilia. (Viola, 2016)

Dall’altro, psicologi, psicoterapeuti e non solo, esprimono molta preoccupazione su tale fenomeno. Kathleen Richardson ad esempio, una ricercatrice di etica biologica, ha ideato una campagna contro i Sex Robot, attraverso la quale afferma come gli androidi sessuali potrebbero avere un effetto eticamente negativo sull’uomo. Secondo la Richardson, gli uomini rafforzerebbero le azioni violente, proprio perché avrebbero l’opportunità di sperimentare comportamenti di qualunque tipo sui sex robot.  La diffusione di questi ultimi rafforzerebbe, inoltre, gli stereotipi di genere legati alle donne.

Se i sostenitori della diffusione dei sex robot avessero ragione, nel ritenere che possano ridurre prostituzione e malattie sessualmente trasmissibili, ci sarebbe comunque da riflettere sulle conseguenze nei rapporti interpersonali, ed è dunque necessario comprendere le ragioni profonde che spingono così tanti clienti a rivolgersi a questi servizi.

Sergi Prieto, uno dei soci della LumiDolls, ha rivelato che tra le risposte ai questionari che laLumiDolls invia ai clienti, circa le ragioni che portano a scegliere di fare sesso con le bambole, emergono, oltre alla fedeltà alla propria partner, la curiosità e il desiderio di vivere un rapporto in cui non si viene giudicati. «Siamo di fronte a due tipologie di utenti opposte: da una parte uomini che, nel sesso, hanno provato già tutto e vogliono aggiungere al loro personale “curriculum” la bambola; dall’altra, persone con qualche problema di tipo relazionale o fisico che non hanno il coraggio di frequentare donne, nemmeno a pagamento». (Nucini, 2017)

Certamente questi robot del sesso rispettano i canoni estetici attuali e in qualche modo rappresentano la “donna perfetta” ed eliminano in maniera illusoria qualsiasi problematica relativa all’approccio e ai possibili abbandoni o rifiuti che si incontrano in una relazione reale.

Secondo i programmatori, questa invenzione ha il fine di sopperire il vuoto interiore dei clienti, ma  una soluzione di questo tipo potrebbe, invece, alleviare la sofferenza solo in un primo momento, per poi rafforzare con il tempo il malessere e il disagio.Evitare il rapporto con altri esseri umani significa  privarsi di fare tutte quelle esperienze fondamentali per la crescita personale di un individuo, che comportano anche gioire e soffrire insieme, deludere ed essere delusi e confrontarsi con le particolarità che rendono le persone uniche in quanto tali.Il rischio dato dalla diffusione dei robot del sesso potrebbe essere quindi di incrementare le insicurezze nell’incontro con l’altro sesso, evitare le paure e le responsabilità.“Una relazione con un essere umano, seppur impegnativa e talvolta scottante, avvia un’esperienza potenzialmente produttiva per conoscere se stessi e gli altri e quindi sentire la sofferenza e il piacere, migliorare i punti di forza e fronteggiare gli elementi di debolezza, cosa che non sembra verificarsi in un rapporto con un robot.” (Tornato, p. 1., 2017).

Secondo un’ottica psicoanalitica, nei clienti dei sex robot potrebbe manifestarsi un atteggiamento infantile, nel quale la donna non è rappresentata come un’altra persona, da percepire e da rispettare come tale, bensì come un “oggetto transizionale” (Winnicott), come il bambolotto di pezza del bambino, che  in parte è visto dal bambino come un oggetto altro da sé, diverso da sé, ma in parte ancora come il prolungamento di se stesso.  L’oggetto bambola rappresenterebbe una figura  non ancora pienamente differenziata dal sé, un doppio del sé ed un sostituto illusorio della madre. Questo “oggetto transizionale” riapparirebbe con un nuovo significato come bambola-robot, con la quale instaurare una relazione affettiva basata sul controllo illusorio ed immaginario. (Ferrari, 2013)

Sergi Prieto afferma che anche all’estero non tutte le richieste, per ora, vengono accettate.

«A un cliente che, prenotando un’ora via mail, richiedeva di trovare la bambola impiccata, abbiamo risposto di no», spiega Prieto. Inoltre, sempre per non infrangere una norma non scritta e per non favorire il fenomeno della pedofilia, la catena Lumidolls ha deciso di non distribuire bambole con altezza inferiore a un metro e cinquanta, o che abbiano fattezze non adulte. (Nucini, 2017)

Ma non basta evitare di abbassare l’altezza delle bambole, per cancellare il rischio della perversione.    Ci troviamo di fronte ad una nuova tappa del processo di oggettivazione sociale e sessuale della donna nell’immaginario maschile.  Qualche “esperto” assicura che da qui a qualche decennio, questa sarà considerata una delle modalità sociali per vivere la sessualità e sarà ritenuta socialmente accettabile.    Speriamo di no.  La cultura sociale rischia  di normalizzare l’atteggiamento perverso che invece merita di essere riconosciuto e contrastato in quanto tale come atteggiamento che tende a ridurre la sessualità a dimensione di sfogo fisico, di negazione dell’altro, di controllo e di potere a scapito della dimensione del rispetto della persona e dei sentimenti.

 

BIBLIOGRAFIA

Belardetti, A. (17 Maggio 2017). Robot del sesso, l’ultima frontiera. La rivolta di psicologi e femministe. QUOTIDIANO.NET

Bruinialti, C. M. (7 Giugno 2018). Via libera ai sex-robot? Sono anche terapeutici?MEDICITALIA.

Ferrari, G. (2013). Agalmatofilia. L’amore per le statue nel mondo antico: l’afrodite di cnido e il caso di pigmalione. Bologna, PSICOART, 3.

I, Sex Robot: the health implications of the sex robot industry – Chantal Cox-George, Susan Bewley. BMJ Sexual & Reproductive Health, juni 2018

Nucini, S. (17 Giugno 2017). Bambola, sei una vera donna.Vanityfair

Viola, A. (2 Aprile 2016). Sex Robot: quando il sesso divide la comunità scientifica. https://psyberneticandmore.wordpress.com/2016/04/02/sex-robot/

Tornato, N. (13 Giugno 2017). Riflessioni psicologiche sul fenomeno dei robot del sesso. State of Mind