L’EDUCAZIONE SESSUALE CHE NON C’E’, L’ABUSO SESSUALE CHE C’E’ E IL MANCATO ASCOLTO DEI BAMBINI. Convegno a Torino, 30 – 31 MARZO

L’EDUCAZIONE SESSUALE CHE NON C’E’, L’ABUSO SESSUALE CHE C’E’ E IL MANCATO ASCOLTO DEI BAMBINI. Convegno a Torino, 30 – 31 MARZO

Il convegno, promosso dall’associazione Rompere il silenzio e dal Centro Studi Hansel e Gretel, si svolgerà presso il salone congressi ATC di Corso Dante 14. E’ il secondo di 5 convegni che si svolgeranno in Italia contro la negazione e il negazionismo dell’abuso sessuale sui bambini. Dopo Reggio Emilia e Torino, seguiranno i convegni di Pisa, Salerno e Cagliari. Al Convegno parteciperanno vari esperti tra cui fra gli altri Cleopatra D’Ambrosio, psicologa, psicoterapeuta, sessuologa, psicosociologa, esperta di psicologia giuridica, dei gruppi e delle dipendenze, Leopoldo Grosso, psicoterapeuta. vice presidente onorario del Gruppo Abele, Piero Forno, ex procuratore aggiunto “fasce deboli” T.O. Milano e T.O. Torino, Andrea Coffari, avvocato, presidente Movimento per l’infanzia, Claudio Foti, psicoterapeuta, direttore scientifico del Centro Studi Hansel e Gretel.

Il Convegno tenta di collegare in modo originale il fenomeno sommerso e diffuso dell’abuso sessuale ai danni dell’infanzia al tema dell’educazione sessuale dei bambini, un’educazione indispensabile come strumento di prevenzione e contrasto non solo nei confronti della pedofilia, ma anche nei confronti dell’ipersessualizzazione mediatica e della pornografia che investe bambini sempre più piccoli.

Come un tumore non curato, come la miseria nel mondo, come il buco nell’ozono.   L’abuso sessuale non passa. E’ un fenomeno vecchio come il mondo che viene continuamente alimentato dal disagio economico e morale indotto dalla crisi della società. Ricerche retrospettive dell’OMS, dell’Istat e di enti autorevoli parlano di percentuali di bambini e bambine abusati prima dei 18 anni tra il 10 e il 30%.  Questo significa che milioni di adulti tendono ad usare il proprio potere per strumentalizzare sessualmente i bambini, trasformando le proprie esperienze infantili non elaborate di impotenza, fragilità, umiliazione in comportamenti di dominio e di sessualizzazione perversa a scapito dei più piccoli. In questa situazione Le strategie sociali di contrasto al fenomeno continuano purtroppo a mancare. Si riducono le risorse per la prevenzione nelle scuole. La segnalazione dei sospetti casi di abuso continua a suscitare resistenze. Di fatto l’ingresso dei bambini abusati nel circuito giudiziario diventa sempre più rischioso e sofferto. Le risposte di cura risultano scarse ed incapaci di elaborare il trauma. Le istituzioni che lavorano con un’utenza minorile (come la scuola, il tribunale per i minorenni, i servizi sociali, le comunità etc.) mostrano spesso gravi carenze nella tutela reale dei bambini.

Si aggiunge all’abuso sessuale sui bambini l’iperstimolazione mediatica crescente delle nuove generazioni con messaggi erotizzati sempre più coinvolgenti. Anche i bambini delle scuole elementari sono coinvolti da vari processi di ipersessualizzazione. Occorrerebbe dunque una grande capacità di attenzione, ascolto e di chiarificazione da parte della comunità adulta. Invece genitori, insegnanti, educatori, professionisti dell’infanzia assumono comportamenti di evitamento e di latitanza educativa.  L’educazione alla sessualità e all’affettività nel rispetto dei sentimenti e delle persone – secondo il modello dell’intelligenza emotiva – rappresenta una strada che prende le distanze sia dalle posizioni religiose integraliste che attaccano l’educazione sessuale come fumo negli occhi, sia dai modelli di educazione sessuale che minimizzano lo spessore emotivo ed affettivo della sessualità, privilegiando un’impostazione igienico-sanitaria oppure una visione della sessualità, come terreno di affermazione di diritti individuali negando la problematica comunicativa e relazionale della sessualità stessa.