L’EMOZIONE E’ IL COLORE DELLA MEMORIA di Martina Mussapi

L’EMOZIONE E’ IL COLORE DELLA MEMORIA di Martina Mussapi

“A volte le parole non bastano.
E allora servono i colori.
E le forme.
E le note.
E le emozioni”
(Alessandro Baricco)

Le emozioni hanno milioni di colori, sfaccettature, punti luce … Esse sono ciò che “dà vita” al nostro vissuto nel momento presente, in quanto connotano ogni esperienza sensoriale, percettiva, motoria, sociale … Ma esse sono anche ciò che “tiene in vita” il nostro vissuto con lo scorrere del tempo …

Se ci si pensa bene infatti, è impossibile pensare di creare o mantenere un ricordo scevro del suo colore emozionale, puntale e sintetico, come una lista della spesa o un libretto di istruzioni d’uso. E’ vero che esiste la Memoria Procedurale, ossia quella parte della memoria che detiene le informazioni schematiche e ripetitive a cui si ricorre per svolgere le attività ormai automatiche, di cui spesso ci serviamo senza esserne coscienti; ed è vero anche che buona parte della nostra conoscenza si rifà alle mansioni di una Memoria Semantica, ossia quella memoria che degli episodi estrapola un significato, una conoscenza, un contenuto significativo che rimarrà in memoria, ma svincolato dall’evento grazie al quale è stato appreso.

Tuttavia non si può non tenere conto dell’esistenza anche di un’altra parte della memoria, indissolubilmente legata a ciò che ci accade, a come accade, ma soprattutto a ciò che proviamo mentre accade, ossia la Memoria Episodica. Questa memoria è quella che prende dall’esperienza gli episodi “più colorati” di emozioni e li conserva vividi ed intatti nella nostra conoscenza per mantenerne vive appunto, piuttosto che le dinamiche di svolgimento (le cause e gli effetti, il prima e il dopo, il chi e il quando …), le note emotive, quelle che hanno reso unico quell’episodio, quelle ci hanno attivato ed hanno scaturito in noi una reazione, esterna o interna che fosse, ci hanno fatto sobbalzare, trasalire o in qualche modo smuovere dalla nostra sedia … Una sottospecie della memoria episodica è la componente Autobiografica; tale è stata denominata perché conserva in sé, non solo gli eventi per noi emotivamente rilevanti, ma quelli in particolare vissuti in prima persona, quelli in cui il nostro vissuto emotivo si è legato ad un’esperienza di cui siamo stati i soggetti attivi o passivi, i fautori o i destinatari, gli iniziatori o i continuatori, ma che in ogni caso ci ha resi i protagonisti primi e non i semplici spettatori.

Ѐ proprio grazie alla personale attivazione emozionale provata in un determinato momento della nostra esistenza, che un episodio, per qualcun altro magari sciapo, ordinario o incolore, si trasforma in ricordo. Un ricordo che, proprio per la personalizzazione emotiva da cui è nato, sarà altrettanto personale nell’essere conservato, rievocato e riutilizzato come guida, ma anche come monito. Ѐ comune infatti pensare che un’emozione positiva (come una gioia, un’esaltazione, una soddisfazione, un orgoglio…) sia ciò che più facilmente “salveremo” in memoria, che per questo porteremo con noi a lungo nel tempo e racconteremo ai nostri figli o alle persone che incontreremo in futuro, magari con un sorriso sulle labbra e un senso di soddisfazione rinnovato … Un po’ come conservare solo la copia più bella e accurata di un manoscritto, scritto e riscritto molte volte, e cestinare tutte le altre venute male. Tuttavia altrettanta, se non maggiore, persistenza hanno le emozioni spiacevoli: la forte tristezza che ci ha costernato di fronte ad un lutto o una perdita, la rabbia che ci ha pervaso dopo un insulto ricevuto o una mancanza di rispetto; la frustrazione dinnanzi a qualcosa che non abbiamo saputo o potuto controllare; la paura che ci ha immobilizzati e spaventati di fronte a una situazione inaspettata o improvvisa; il senso di colpa o la vergogna in seguito ad un errore o una manchevolezza. Tutto ciò che ha sollecitato in noi una reazione spiacevole al momento dell’accaduto infatti, più probabilmente ci costringerà a ricordare tale evento e non solo quando una situazione simile si ripresenterà, ma anche quando il tentativo sarà invece quello di evitare di ripetere la spiacevolezza provata in precedenza.

Ed ecco allora che quell’episodio, recente o lontano nel tempo, quell’emozione, piacevole o spiacevole che fosse, quel colore, ancora acceso o ormai sfumato, incamerati nella nostra memoria, permarranno per molto tempo, forse tutta la vita o perlomeno gran parte di essa, dentro la nostra coscienza e dentro la nostra memoria e anche una volta scioltasi la nitidezza emotiva originaria, in noi permarrà quella traccia indelebile.

Tags:
,