
26 Feb L’IPERBOLE DI WOODY ALLEN E L’INTELLIGENZA EMOTIVA NELLA CURA di Claudio Foti
In un film di Woody Allen lo psicoanalista telefonava alla paziente alle tre di notte per farsi aiutare in preda ad una crisi d’angoscia. E’ un quadretto comicamente iperbolico di un atteggiamento dello psicoterapeuta che invece di mettersi al servizio del paziente tenta di usarlo strumentalmente. Ci sono diffuse e numerose modalità con cui uno psicoterapeuta può perdere di vista il proprio impegno di cura, per scivolare in comportamenti lesivi e strumentali o anche solo di espressione di sfoghi aggressivi, di giudizi colpevolizzanti, di mancanza di comprensione. Per evitare tutto questo non basta attenersi al rispetto di un codice formale. Occorre che gli psicoterapeuti sviluppino una costante attenzione rispettosa alle proprie emozioni e a quelle del paziente.
L’attenzione alle emozioni e la cura della vita emotiva dei pazienti e degli stessi psicoterapeuti. Sono il nostro modello al centro del master “LA CURA DEL TRAUMA. IMPEGNO CLINICO E PSICOLOGICO FORENSE” che si svolgerà a Reggio Emilia dal marzo al dicembre 2017. Il master è promosso dal Centro Studi Hansel e Gretel e dalla facoltà Pontificia Auxilium di Roma Se parliamo di “intelligenza emotiva nella cura”, è perché vogliamo indicare e valorizzare la prospettiva di un’interazione trasformativa e salutare tra la mente cognitiva e la mente emotiva in chi tenta di dare ciura e in chi la riceve.
Utilizziamo la formula di “intelligenza emotiva nella cura” non solo e non tanto per far riferimento alla pur validissima riflessione di Salovey, Meyer, Goleman ed altri sul ruolo delle emozioni nella mente umana, quanto piuttosto per fornire una definizione sintetica di un contenitore teorico e metodologico, all’interno del quale possono confluire ed integrarsi diversi apporti clinici, teorici e metodologici che valorizzano e favoriscono l’interazione tra consapevolezza ed emozioni, tra tecnica ed empatia, fra impegno cognitivo e ed impegno relazionale.
Il monitoraggio delle proprie emozioni da parte del terapeuta e il riconoscimento dei bisogni emotivi del paziente può contrastare il rischio di dimenticare la storia e la sofferenza delle persone, soprattutto di quelle traumatizzate, imponendo loro atteggiamenti e comportamenti che possono riportare queste persone a rivivere le squalifiche le umiliazioni, la mancanza di ascolto e di rispetto, già vissute nelle situazioni traumatiche.
Il nostro indirizzo clinico tenta di sintetizzare su una linea coerente di attenzione e di valorizzazione delle emozioni il pensiero di Alice Miller e di altri psicoanalisti, da Ferenczi a Kohut, di orientamento relazionale con l’attenzione al qui-ed-ora della Gestalt, le tecniche di drammatizzazione e di gioco con alcune tecniche di espressione e di ricerca dell’emotività infantile ed adulta.
Certamente il tronco portante del nostro lavoro è basato sull’approccio psicodinamico ad orientamento analitico con la finalità di costruire la relazione interpersonale attraverso l’impegno dell’empatia e dell’accoglienza benevola e compassionevole della soggettività del bambino (o dell’adulto) e attraverso l’assunzione di un “ruolo attivo” nei confronti della sofferenza emergente, mirando nel contempo a potenziare la pensabilità del campo relazionale che si costruisce col paziente. Il modello relazionale sottolinea la centralità delle relazioni: è nel contesto ambientale e relazionale che la sofferenza mentale si è generata, dunque è solo all’interno di un contesta relazionale che può essere efficacemente affrontata!
Sul tronco dell’impegno relazionale e dialogico ad orientamento analitico tendiamo ad utilizzare e ad applicare innesti teorici e metodologici che possano potenziare le risorse per raggiungere l’obiettivo terapeutico di far crescere la consapevolezza nel campo relazionale e di conseguenza nel paziente.
- Il modello sistemico.
- Lo psicodramma.
- M.D.R.
- Psicoterapia Sensomotoria (Sensorimotor Psychotherapy
- La Teoria della Dissociazione Strutturale della Personalità (TDSP)
- La Mindfulness
- L’autobiografia
Il Master fornisce strumenti introduttivi a questi indirizzi clinici e metodologici, senza certamente pretendere di sostituirsi agli indispensabili percorsi di formazione specifica sugli indirizzi suddetti, ma offrendo comunque una prospettiva di sintesi fornita dal rispetto e della cura delle emozioni.