04 Lug Lotta alla pedofilia, le due mosse di Francesco per rompere l’omertà della Chiesa
Il piccolo Davide che sconfigge Golia. Così si deve essere sentita Marie Collins, l’ex vittima di abusi sessuali da parte di un prete, che alcuni mesi fa ha sbattuto la porta lasciando la Pontificia Commissione per la tutela dei minori. La donna irlandese, dimettendosi dall’incarico ricevuto da Papa Francesco, aveva puntato il dito proprio contro l’ormai ex prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, il cardinale Gerhard Ludwig Müller, reo secondo la Collins di aver ostacolato la grande mole di lavoro messa in atto per contrastare finalmente la pedofilia del clero.
Emblematico fu allora il commento del cardinale Segretario di Stato, Pietro Parolin, alle dimissioni della donna. “Ci sono stati alcuni episodi – disse il porporato – che hanno portato la signora Collins a questo passo: per quello che io conosco lei li ha interpretati così, e ha sentito che l’unica maniera di reagire, anche un po’ per ‘scuotere l’albero’, era quella di dare le dimissioni”. E, infatti, l’albero è stato davvero scosso: in tre giorni sono saltati dai loro incarichi nella Curia romana due dei più importanti capi dicastero. Quarantotto ore prima del licenziamento di Müller era stato “congedato” anche il cardinale George Pell dal ruolo di prefetto della Segreteria per l’economia per poter andare in Australia a difendersi davanti ai magistrati del suo Paese che lo accusano di pedofilia e stupri.
Prima della donna irlandese, anche l’altra vittima presente nell’organismo vaticano, Peter Saunders, era andato via sbattendo la porta. Un vero e proprio aut aut: se si vuole cambiare davvero la politica omertosa sugli abusi sessuali nella Chiesa dopo decenni di silenzio complice e migliaia di preti pedofili coperti e spostati di parrocchia in parrocchia è tempo di far cadere le teste di coloro che continuano a minimizzare questa terribile ed enorme piaga mondiale, rallentando e perfino occultando le accuse pesantissime delle vittime. È in gioco la credibilità della Chiesa cattolica e quindi il suo futuro. Non si può rispondere agli abusi soltanto con le parole, le richieste di scusa, le lacrime, gli abbracci alle vittime che spesso hanno ricevuto tante porte in faccia dai loro vescovi prima di essere accolte, ascoltate e credute.