
14 Apr PEDOPORNOGRAFIA: LA PRINCIPALE INDUSTRIA CHE SI ESPANDE !
PEDOPORNOGRAFIA: LA PRINCIPALE INDUSTRIA CHE SI ESPANDE !
di Martina Davanzo
Nella situazione di crisi economica che attraversa la nostra società c’è un’industria che risulta al riparo dal calo delle vendite e dal calo dei profitti: è l’industria pedopornografica! Le fotografie che ritraggono lo sfruttamento sessuale dei minori sono aumentate, da poco più di un milione nel 2015 a quasi due milioni del 2016. L’informazione sconcertante è tratta dal Report 206 dell’associazione Meter . Gli indirizzi web coinvolti nello scambio di questo tipo di materiale sono in lieve calo ma è stato registrato un aumento dei riferimenti presenti nel deep web (da 70 a 95) e dei video pedopornografici, che nell’ultimo anno sono triplicati. Come interpretare questi dati?
Secondo l’associazione Meter la rete pedofila sta lasciando i social network e i mezzi di comunicazione facilmente tracciabili creando una rete sommersa che utilizza il deep web e siti in cui il materiale viene reso visibile solo per una durata limitata. Questa nuova modalità d’azione consente loro di restare nascosti alle autorità, rendendo più complicata l’individuazione dei siti coinvolti nello smercio di materiale illegale. La sommersione del fenomeno, però, nasconde dietro di sé dei risvolti ancora più preoccupanti: l’età delle vittime è, infatti, diminuita. Quasi la metà del materiale che viene scambiato all’interno di queste reti coinvolge minori in età compresa tra 0 e 3 anni, mentre il restante riguarda la fascia d’età 4-13. Inoltre, è stato trovato del materiale “ripetuto”, ovvero prodotto anni fa e che continua ad essere smerciato, provocando uno sfruttamento delle vittime che si protrae nel tempo.
Perché la pedofilia si diffonde soprattutto in rete?
Cogliendo i tuoi occhi azzurri luminosi nel fermo immagine li ho visti così tante volte che mi sento come se dovessi essere il tuo migliore amico. Ritorno a casa la sera per accenderti, controllare ogni fotogramma, la moviola mi sostiene andando avanti e indietro, avanti e indietro, con il suono e il colore sotto controllo…(U2, “Baby face”)
I computer-crimes hanno tutti in comune un adescamento non violento della vittima, una elevata difficoltà nello smascheramento dell’autore e una percezione della vittima stessa come spersonalizzata e astratta. Un meccanismo importante che agisce in relazione a questi crimini è la razionalizzazione che lo precede e che consente di apportare una diminuzione del senso di responsabilità, la sottostima dei danni provocati dalle vittime e annullamento o limitazione del senso di colpa e del rimorso.
La rete consente anche di poter agire nell’anonimato e con identità false, favorendo i pedofili nell’adescamento delle piccole vittime: una volta “agganciato” il minore è possibile raccogliere materiale e informazioni in modo diretto. Talvolta, invece, i pedofili cercano di ottenere dei contatti con bambini già vittime di abuso e, a volte anche sotto ricatto, da parte di un altro pedofilo.
La possibilità di entrare in contatto con le vittime attraverso la rete ha consentito l’espansione del raggio d’azione anche all’esterno della rete familiare: e se da un lato questo ha enormemente incrementato il numero di potenziali vittime, dall’altro ha consentito di portare alla luce traffici che, altrimenti, sarebbero rimasti nascosti alle autorità.
Lo sviluppo della letteratura pedofila
Com’è possibile che un’azione così condannata dal costume e dalla società odierna trovi un terreno fertile su cui costruirsi e continuare a crescere in modo così preoccupante?
Le correnti di pensiero pedofile sono sempre esistite ed esistono ancora oggi: dalla Chiesa pedofila cristiana dove Dio è considerato “un amante dei bambini”, ai siti di donne pedofili contenenti testimonianze e discussioni che rivendicano il diritto delle donne di poter vivere relazioni d’amore e sessuali con i bambini al Fronte di Liberazione Pedofilo che recita, nel suo manifesto “puoi dire no, ma puoi anche dire sì”, le relazioni sessuali degli adulti con i minori vengono difese e le vittime vengono esortate a non rivelare quello che loro decidono di fare con gli amici adulti perché questo significherebbe mandarli in prigione e rovinargli la vita, nonché anni di terapia per il bambino, intesa come una punizione per cercare di convincerlo che quello che ha deciso di fare è sbagliato e che il suo amico è una persona orribile.
La cultura pedofila pone, alla base della sua credenza, il consenso del bambino ad avere rapporti di natura sessuale con l’adulto e distingue il pedofilo “buono” da quello “cattivo” definendolo come “colui che è sessualmente attratto dai bambini, a cui piace essere molto affettuoso e abbracciarli con amore, a cui piace procurare piacere toccando le parti intime dei bambini e facendosi a sua volta toccare”.
I partigiani del pensiero pedofilo sostengono che:
- i bambini abbiano impulsi sessuali istintivi presenti già dalla nascita e che hanno tutto il diritto di esprimere tali impulsi in svariati modi
- l’intervento dell’adulto è dannoso e traumatico solo se coercitivo
- il sesso non è dannoso per i bambini
- l’opinione pubblica deve accettare che i bambini hanno una piena sessualità e che ci sono adulti desiderosi di condividerla con loro
- la campagna contro i pedofili deriva dalla preoccupazione dei genitori di perdere il loro potere sui figli
- i pedofili assicurano il benessere dei bambini
- le relazioni sessuali con i bambini sono spesso migliori di quelle tra adulti
Alla luce dell’esistenza di queste linee di pensiero è possibile comprendere come il fenomeno della pedofilia e della pedopornografia trovi un terreno fertile su cui prosperare, ancora oggi.
Sembra esserci una carenza nel pensiero dei partigiani della pedofilia riguardo la possibilità di avvicinare i bambini al mondo della sessualità senza intraprendere con loro delle relazioni fisiche: “ i bambini, privati delle sane palpatine, diventeranno adulti-robot perché bambini non amati sessualmente ma con tanti brutti discorsi sulla normalità saranno adulti infelici, criminali e tutti potenziali stupratori, sadici, depressi con una sola cosa in testa: vendicarsi” e continua “tirare su i bambini come esseri sessuati li aiuterebbe a diventare adulti liberi da malintesi, come paure e nevrosi. Invece ci aspettiamo che da un bel bimbetto, totalmente inibito, si sviluppi, come per magia, un adulto maturo e sessualmente competente. Un modo tanto stupido di crescere i propri figli pone le basi del fallimento sessuale e della confusione emotiva della generazione successiva”.
Sicuramente fare del sesso un argomento tabù non è la strada migliore da intraprendere, ma è necessario considerare che tra questo e l’intrattenere delle relazioni sessuale con i bambini vi è una terza via, che consiste nell’affrontare il tema della sessualità con i minori, parlandone e insegnandola nelle scuole e cercando di ascoltare e dare risposta alle curiosità e alle domande che da loro emergono: una strada che la cultura pedofila si è scordata di prendere in considerazione.
Pedofilia: malattia o crimine?
Parlare di pedofilia e di pedopornografia è fondamentale e, ancor più importante, è essere in grado di chiamare questi fatti con il loro nome: è necessario comprendere che la pedofilia è a tutti gli effetti un crimine e, pertanto, va punito. La confusione che si crea tra la pedofilia come malattia e la pedofilia come crimine va chiarita: che il 99% delle condotte pedofile sono commesse con la totale capacità di intendere e di volere degli agenti, sono spesso caratterizzate da condotte lucide e volontarie, pertanto sono perseguibili penalmente. La pedofilia rappresenta l’agito strumentale e distruttivo di una struttura perversa di personalità. Dietro il comportamento pedofilo ci sono spesso storie di umiliazione e di sofferenza che non trovato altro esito di quello di ribaltare sui bambini le situazioni di impotenza che si sono sperimentate nell’infanzia. Ma tutto questo non ha nulla a che vedere con una teoria giustificazionista, in base alla quale il pedofilo dovrebbe meritare un atteggiamento di comprensione che lo assolve dalla sua responsabilità penale. L’intervento di recupero e di rielaborazione della sofferenza infantile del sex offenders può iniziare solo dopo che l’atteggiamento onnipotente – che sottende il comportamento criminale – s’è scontrato contro il muro della legge. Prima occorre fermarli, soltanto dopo è possibile tentare di recuperarli o curarli. Parlarne è il primo passo per agire: perché parlare significa prevenire, svelare i silenzi, aiutare le vittime e, per quanto non immediatamente comprensibile, anche i carnefici.
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
- Cipolloni, 2017 “Pedofilia: il Report 206 dell’associazione Meter “fotografa” una realtà allarmante su cui far luce”, http://www.emmausonline.it
- FOTI (a cura di) Psicoterapia dei sex offenders e cura delle emozioni, S.I.E. edizioni , 2011
- FOTI (a cura di), Recuperare i cattivi . Ma noi siamo veramente buoni, S.I.E. edizioni , 2015 (i due testi si trovano telefonando al centro studi hansel e Gretel)
- Furfaro, 2004, “Pedofilia. Un fenomeno giuridico e sociologico”, università di firenze, http://www.altrodiritto.unifi.it