
15 Mag “QUALCUNO MI RENDA L’ANIMA”: QUATTRO DOMANDE SU ABUSO E PEDOFILIA di Sandy Sammartino
“Qualcuno con un sorriso addosso / Mi dice, giochiamo insieme, dai / Ti compro un aquilone rosso, se lo vuoi / Avevo appena aperto gli occhi / Ma il buio mi raggiungeva già/ Due mani rubavano al mio corpo l’innocenza…./ Qualcuno mi renda l’anima”.
“Madre, quei segnali sul mio corpo / Certo non li hai capiti mai…”.
Sono passaggi di una canzone di Renato Zero dal titolo “Qualcuno mi renda l’anima”. Nel 1974 Renato Zero pubblica il suo secondo album tra cui compare questa canzone. Siamo in un periodo in cui era molto scarsa in Italia la consapevolezza del tema dell’abuso sessuale sui bambini. “Qualcuno mi renda l’anima” è un urlo nel silenzio più totale su un argomento tabù che l’autore portò dinnanzi l’opinione pubblica creando molto stupore e qualche riflessione.
Il testo parla di una persona ormai adulta che racconta la sua triste esperienza, quando da bambino perse la sua anima in un gioco losco ed ingannevole, dove la sua innocenza venne rubata e dove ricevette per premio un aquilone rosso. Ora questa persona chiede che qualcuno lo risarcisca di tanto male pur sapendo che non avrà mai indietro la sua anima.
Non è facile affrontare e chiarire la complessità del problema, ma forse può essere d’aiuto la frase del filosofo, Umberto Galimberti: “Si va dalla grande indignazione al grande silenzio”. Nella nostra società tendiamo ad allontanare mentalmente le componenti di atrocità, crudeltà, perversione che fanno parte dell’animo umano. Il pedofilo non è un soggetto diverso da noi, non ha necessariamente un comportamento stano, non ha necessariamente la faccia da squilibrato. Può essere un soggetto socialmente ben adattato. Può svolgere perfino una professione di aiuto. Frequenta i nostri ambienti, ha un viso familiare (Foti, 2008).
La nuova attenzione al tema della pedofilia ha riproposto vecchi ed importanti interrogativi:
- Che cos’è la pedofilia?
- Che cos’è la perversione?
- Che differenza c’è tra pedofilia e abuso sessuale?
- Come fare a svolgere un’azione di prevenzjone dell’abuso?
- La pedofilia è un’attrazione sessuale, una preferenza sessuale ben precisa di un adulto che si sente impotente a costruire l’intimità e quindi a raggiungere il piacere se si rapporta ad una donna o ad un uomo adulto. Il pedofilo è disturbato da una posizione di reciprocità e di parità del partner, mentre invece è rassicurato dai piccoli partner che gli garantiscono una posizione di controllo, di dominio, di superiorità. Quindi la libertà e l’autonomia del partner lo rendono impotente mentre ciò che rassicura, eccita il pedofilo è la sproporzione: di maturazione fisica, di età e di potere. Vittime privilegiate di pedofili sono quindi i bambini pre puberi, quelli che non sono ancora arrivati alla pubertà, preadolescenti con vissuti di disagio e solitudine, soggetti portatori di handicap…
La pedofilia, in quanto preferenza sessuale rigida, è qualcosa di molto complesso e variegato.
Esistono diverse tipologie:
- Pedofili gentili che usano la seduzione come arma di conquista, cercando di individuare il bambino solo, con carenze comunicative, con carenze affettive e di compensarle per poter in qualche modo portare avanti la propria conquista, il proprio dominio erotico e psicologico e pedofili sadici che godono per es. a vedere una smorfia di sofferenza di un piccolo bambino.
- Pedofili che ricorrono solo a materiale pornografico senza agire la sessualità e pedofili che invece hanno bisogno di agire rapporti sessuali con soggetti reali e non solo virtuali; dunque pedofili che preferiscono il contatto immaginario andando in rete per conoscere bambini, altri che privilegiano canali “tradizionali” dell’individuazione del bambino solo, della seduzione finalizzata alla strumentalizzazione sessuale.
2. La perversione è una tendenza della mente umana per affrontare le difficoltà dell’esistenza. La vita è impegnativa, difficile, impone un confronto con un disagio, momenti di solitudine, di vuoto, di ansia, diimpotenza che derivano dal passato infantile e da un’esistenza attuale problematiche. Scrive Foti che la perversione è un modo per arrangiarsi di fronte al problema della debolezza e della sofferenza. La perversione si struttura in due mosse. La prima mossa è negare la propria debolezza e la propria impotenza (“la mia infanzia è stata felice, non sono solo, non sono fragile …” La seconda mossa è utilizzare l’altro come strumento, su cui esercitare il dominio per sentirsi forte ed onnipotente. Dunque la perversione è una modalità mentale e relazionale che trasforma l’altro da persona a cosa, ad oggetto di potere e di piacere.
La donna riesce a realizzare componenti perverse, più che attraverso la sessualità attraverso la maternità, attraverso la strumentalizzazione del suo essere madre, attraverso il dominio che l’essere madre può garantire. La sessualizzazione perversa è prevalentemente maschile. La ricerca dell’eccitazione sessuale viene indirizzata verso un oggetto disponibile, in questo senso deve essere un oggetto con poco potere, poca autonomia, poca libertà. L’eccitazione viene usata come fuga dalle difficoltà emotive e relazionali.
- La pedofilia, intesa come preferenza sessuale rigidamente orientata esclusivamente sui bambini è una delle tante forme di sessualizzazione perversa ma non è quella più diffusa. L’incesto è sicuramente più diffuso. Ricerche attendibili dimostrano che la stragrande parte degli abusi sessuali sono agiti da persone familiari alla piccola vittima, che utilizzano a scopi perversi i rapporti di confidenza e di vicinanza con il bambino: padre, fratelli maggiori, parenti come zii e nonni, madri, conviventi di madri. La maggior parte di loro non ha una preferenza sessuale rigida nei confronti dei bambini prepuberi, bensì intrattiene abitualmente rapporti sessuali con figure adulte, ma nel contempo non esita ad usare sessualmente i bambini. Poi tra gli abusanti compaiono amici di famiglia, educatori, allenatori sportivi e sacerdoti, ecc. Fra questi può essere presente una componente rilevante di pedofili in senso più stretto.
- Nell’azione di sensibilizzazione e di dialogo preventivo con I bambini è fondamentale imparare a stabilire rapporti di comprensione, di accettazione e di ascolto con I bambini in modo tale che quando i piccoli ne hanno necessità possono aprirsi alla comunicazione del loro problema e possono chiedere aiuto. Per prevenire non occorre parlare soltanto di abuso, ma favorire un dialogo su vaste tematiche: la sessualità, l’affettività, le emozioni, l’esistenza intera con le sue luci e le sue ombre, con gli aspetti gioiosi e dolorosi che la vita e la vita sessuale comporta. A chi chiede come proteggere i propri figli, Amalia Izzo, consiglia di:
- Amare il proprio figlio, perché cosi non cercherà amore altrove
- Proteggerlo, farlo sentire importante perché cosi non cercherà gratificazioni altrove.
- Educandolo, facendo leva su valori e finalità più nobili che non siano i premi e le gratificazioni materiali, altrimenti si abituerà a considerare i rapporti umani nell’ottica mercenaria di fare qualcosa solamente per un tornaconto diretto.
Fonti:
Claudio Foti, La mente abbraccia il cuore, Edizioni Gruppo Abele, 2012.
Claudio Foti, L’ascolto dell’abuso e l’abuso dell’ascolto, Angeli, 2003.
Amelia Izzo, Non toccare le farfalle. Abuso sessuale e comunità. Sie edizioni (Centro Studi Hansel e Gretel) (2004).