
29 Gen REGGIO EMILIA 4 MARZO, TORINO 30 – 31 MARZO. Iniziano i convegni di ROMPERE IL SILENZIO contro la negazione e il negazionismo dell’abuso sessuale sui bambini.
Nasce o meglio rinasce ROMPERE IL SILENZIO. In programma 5 convegni a Reggio Emilia, Torino, Pisa, Salerno e Cagliari. Daremo informazioni e documentazione sulla nuova associazione nei prossimi giorni. Tra circa dieci giorni sarà pronto il sito (www.rompereilsilenzio.org). 20 anni fa per alcuni anni Rompere il silenzio aveva svolto un’azione di sensibilizzazione per favorire l’ascolto dei più piccoli e la responsabilizzazione dei più grandi. L’associazione ROMPERE IL SILENZIO. FAR CRESCERE IL FUTURO si impegna in modo specifico a contrastare tutte le forma di violenza e mancanza di rispetto dell’infanzia e di tutte le forma di adultocentrismo, di negazionismo e di cultura patriarcale che si oppongono alla tutela dei bambini e delle bambine.
Queste le finalità di “Rompere il silenzio”:
1) contribuire a realizzare nei fatti quei principi che rischiano di restare nell’astrazione giuridica, sanciti dalla Convenzione dell’ONU del 1989 sulla tutela dei bambini e delle bambine ( intesi di età 0 – 18) e sul prevalente interesse della persona in età minore che dovrebbe essere coerentemente perseguito da tutte le istituzioni sociali;
2) lavorare per il raggiungimento di una cultura e di una democrazia in cui sia pienamente e concretamente riconosciuta la dignità dei bambini e delle bambine, dei ragazzi e delle ragazze, dei loro diritti di libertà, di partecipazione, di crescita;
3) operare per lo sviluppo di una nuova cultura dell’infanzia e dell’adolescenza capace di contrastare la tendenza adultocentrica della comunità adulta a rappresentare e ad affrontare la realtà dimenticandosi del punto di vista dei bambini e delle bambine, dei loro bisogni, problemi e difficoltà;
4) promuovere l’intelligenza emotiva degli adulti impegnati a vario titolo, professionalmente ed umanamente, con soggetti in età evolutiva, stimolando una maggiore consapevolezza della propria infanzia, un maggiore rispetto della vita affettiva, un miglioramento della capacità di relazione e comunicazione interpersonale con le persone in età minore, una più matura responsabilizzazione e disponibilità a mettersi in discussione;
5) intervenire con tutte le iniziative adeguate per essere dalla parte dell’infanzia, per rompere il silenzio attorno a tutte le forme di disagio e di sofferenza dei bambini e delle bambine, per sensibilizzare l’opinione pubblica riguardo alle varie manifestazioni di violenza ai danni delle persone in età minore, per contrastare la mistificazione e la disattenzione mentale e culturale nei confronti dei bisogni e dei diritti dei bambini e delle bambine;
6) sviluppare e sollecitare un’azione di prevenzione e contrasto in particolare nei confronti dell’abuso sessuale sui bambini e sulle bambine in tutte le sue articolate manifestazioni, documentando l’estensione e l’articolazione del fenomeno, chiarendo le forme sempre più estese di iperstimolazione sessuale dei bambini e delle bambine e del loro coinvolgimento mediatico e relazionale nella sessualizzazione perversa e lavorando contro le resistenze e il negazionismo che si oppongono alla consapevolezza dell’abuso, denunciando in particolare i nessi tra letteratura pedofila e cultura negazionista;
7) progettare ed attuare ogni azione per arginare la violenza sui bambini e sulle bambine, sui ragazzi e sulle ragazze vittime delle più diverse forme di maltrattamento, di strumentalizzazione e di trascuratezza, sollecitando risposte costruttive e riparative da parte delle famiglie, degli educatori e degli operatori, nei confronti dei bambini abusati e deprivati;
8) contrastare sul piano culturale ed operativo tutte le forme di cultura patriarcale e maschilista e tutte le manifestazioni di violenza sulle donne;
9) stimolare il cambiamento nelle istituzioni sociali, scolastiche, educative, sanitarie e giudiziarie per l’infanzia e l’adolescenza e degli organismi politici ed amministrativi per contrastare le tendenze all’autotutela di tali istituzioni per far crescere la loro capacità di protezione efficace, di reale ascolto e comprensione delle esigenze dei soggetti in età evolutiva;
10) lavorare per responsabilizzare i genitori e gli operatori rispetto alla relazione educativa e rispetto alla prevenzione dei rischi evolutivi dei bambini; per aiutare gli adulti in difficoltà impegnati in relazioni familiari o sociali con persone in età minore a mettersi in discussione; per attivare percorsi di cambiamento profondo ed autentico con gli autori di reato, i genitori violenti e i sex offenders;
11) impegnarsi per la crescita di consapevolezza e della sensibilità della comunità adulta nei confronti dei soggetti deboli, emarginati, stigmatizzati, non solo i bambini e le donne, ma anche gli anziani, i portatori e le portatrici di handicap, i sofferenti mentali, i bambini e gli adulti malati ed ospedalizzati, le minoranze etniche e sociali discriminate;
12) potenziare in particolare il ruolo della scuola nella prevenzione primaria della sofferenza minorile e nel riconoscimento dei segnali di disagio e, in specifico, di abuso e maltrattamento, degli/delle allievi/e, nello sviluppo delle competenze empatiche e comunicative degli/delle insegnanti e dei/delle dirigenti scolastici con i soggetti in età evolutiva e con le loro famiglie, nella crescita della capacità culturale, pedagogica e relazionale per affrontare le difficoltà cognitive ed emotive, le istanze di integrazione, socializzazione ed apprendimento degli/delle allievi/e.