Rileggendo Montessori…

Rileggendo Montessori…

di Claudio Bosetto

Ogni tanto rileggo qualche passo di vecchi libri, magari quelli di scuola. Da un po’ di tempo sono attratto da Maria Montessori, mi chiedo come ho fatto a fare il mio tirocinio presso una scuola montessoriana e non aver recepito nulla di quello che oggi trovo nei suoi libri. Vi propongo questo passo, è del 1912. Non ci illudiamo che queste considerazioni siano diventate oggi, nella scuola, comunemente condivise e praticate: in questo senso tante volte mi sento così poco montessoriano….

“Il principio fondamentale deve essere la libertà dell’allievo, poiché solo la libertà consente uno sviluppo di manifestazioni spontanee, già presenti nella natura del bambino. Il bambino deve capire la differenza fra bene e male e compito dell’insegnante è che il bambino non confonda essere buono con l’immobilità e il male con l’attività. L’intento deve essere quello di creare una disciplina per l’attività, il lavoro, il bene, non per l’immobilità, la passività, l’obbedienza. La disciplina deve emergere a partire dalla libertà; noi non consideriamo disciplinato un individuo reso silenzioso come un muto ed immobile come un paralitico: se è così egli è un individuo annichilito, non disciplinato. Noi crediamo che un individuo disciplinato è padrone di se stesso e capace di regolarsi da solo quando sarà necessario seguire delle regole di vita. Non possiamo conoscere le conseguenze che avrà l’aver soffocato l’azione al momento in cui il bambino sta appena cominciando ad essere attivo: forse gli soffochiamo la vita stessa. L’umanità si mostra in tutto il suo splendore durante l’età infantile come il sole si mostra all’alba ed il fiore nel momento in cui dispiega i suoi petali: e noi dobbiamo rispettare religiosamente, con riverenza, queste prime indicazioni di personalità.” [Da Il metodo Montessori, 1912]