“SBRIGATI CHE DOPO TOCCA A ME!”

“SBRIGATI CHE DOPO TOCCA A ME!”

La solita storia: una ragazza di 19 anni si lascia andare in un locale pubblico nel centro di Ravenna a bere qualche bevanda alcolica di troppo. La ragazza perde consapevolezza, non ha memoria di come sia proseguita la serata, ricorda solo di aver vomitato distesa su un divano e poi di essere stata condotta, semispogliata, Si ritrova a casa di un amico, che ridendo e scherzando le mostra sul suo smartphone il video di rapporti sessuali da lei subiti la sera precedente.  Per l’articolo integrale dal titolo  “Solita storia di ordinaria perversione” vai su: http://www.rompereilsilenziolavocedeibambini.it/2017/10/30/solita-storia-di-ordinaria-perversione/

La solita storia: la predazione sessuale al termine delle serate diventa un esito sempre più diffuso. Si agisce anche di fronte a testimoni con un senso sempre maggiore di impulsività e di impunità. In molti ambienti i modelli di autocontrollo emotivo e di consapevolezza etica sono in caduta libera. La consapevolezza del disvalore dell’agito sessuale in radicale assenza di consenso è totalmente assente. L’amico che ha filmato la violenza presenta il video alla ragazza che ne è stata vittima, con lo stesso atteggiamento di divertimento che avrebbe potuto assumere se avesse ripreso uno scherzo o il momento di una festa. Quel che conta è che la serata finisca in un apice, del tutto autocentrato, di esultanza e piacere. Ma c’è un particolare della vicenda che parla di come questi episodi si inquadrino in una cultura sempre più diffusa di amoralità e perversione. Sembra che il ragazzo, che ha assistito alla violenza e che ha ripreso l’abuso per poi mostrarlo alla vittima, commenti nel video: “Sbrigati che dopo tocca a me!” La videoregistrazione, che accompagna così spesso le più varie forme di violenza sessuale, parla del bisogno maschile perverso di umiliare e di ipercontrollare la vittima, appropriandosi non solo del suo corpo nel corso dell’azione sessuale, ma anche – in maniera ancor più oggettivante e più duratura – della sua immagine.