SE NON SARETE COME BAMBINI NON POTRETE ESSERE OPERATORI EFFICACI. LA MISSION DEI MASTER “SVILUPPO E GESTIONE DELLE RISORSE EMOTIVE”

SE NON SARETE COME BAMBINI NON POTRETE ESSERE OPERATORI EFFICACI. LA MISSION DEI MASTER “SVILUPPO E GESTIONE DELLE RISORSE EMOTIVE”

Se non sarete come bambini non entrerete nel Regno dei cieli diceva un Tale. Senza negare il valore spirituale di questa massima, il suo contenuto non ha un significato necessariamente religioso o misticheggiante. Se non entrerete in contatto con la vostra infanzia, sia quella felice che vi ha trasmesso energie vitali e vi ha consentito di sopravvivere, sia quella maltrattata o inascoltata che ha prodotto ferite ancora da rimarginare, non raggiungerete la vostra realizzazione nelle relazioni con gli altri. Se non ritroverete lo spirito dell’infanzia, la spontaneità emotiva, la meraviglia, la capacità di sentire e di vivere il presente, non potrete conquistare quella felicità, che è possibile raggiungere anche nell’orizzonte limitato dell’esistenza. Se non avrete la capacità di identificarvi con la vostra infanzia, non potrete essere sensibili e competenti con i bambini che incontrerete. Se non sviluppate anche nel vostro lavoro professionale una capacità di autocentrarvi in modo sano rispettando la vostra vita emotiva, non riuscirete a decentrarvi facendo attenzione, ascoltando, assistendo, curando, educando le altre persone (piccole o grandi) che incontrerete nel vostro lavoro.

dentro 11.02

Si tratta dei principi etici, psicologici e didattici che stanno alla base dei due Master “Gestione delle risorse emotive”, promossi dal Centro Studi Hansel e Gretel e dalla facoltà Pontificia Auxilium di scienze dell’educazione a Torino e a Reggio Emilia a partire dal prossimo marzo fino al dicembre 2017.

La capacità degli operatori a contatto con il disagio di recuperare con la mente e con il cuore i bisogni (magari non rispettati) della propria infanzia è una premessa fondamentale per raggiungere quell’integrazione e quell’armonia interne indispensabili per gestire il carico dei problemi altrui e per potersi sintonizzare con i bisogni delle persone che s’intendono.

Al centro del percorso formativo dei due master sono le emozioni e non solo quelle degli utenti, dei clienti, dei bambini di cui ci si occupa, ma anche (e forse soprattutto) delle emozioni degli operatori, che intendono assistere, educare, tutelare, curare). Comprendere e rispettare a pieno le emozioni significa arricchire e rivoluzionare la pratica clinica e la pratica sociale, umanizzare la relazione di cura in ambito sanitario, trasformare la dinamiche dei gruppi e i processi organizzativi. Quando la mente abbraccia il cuore si opera un cambiamento vitale nella soggettività, nella professionalità, nell’istituzione.

Fra le finalità del percorso dei due master vale la pena sottolineare le seguenti:

    • percepire e sviluppare il valore culturale, etico e spirituale del rispetto di tutte le emozioni e delle emozioni di tutti in un contesto storico e sociale dove le emozioni tendono ad essere strumentalizzate, distorte ed espropriate;

    • apprendere e utilizzare il potenziale di cambiamento dell’accesso al pensiero e alla parola delle emozioni nella diagnosi e nella cura psicologica, nel trattamento sanitario, nella relazione educativa e nella relazione d’aiuto, nella gestione del gruppo e dell’organizzazione, sperimentando la funzione contenitiva e trasformativa dell’ascolto attivo ed empatico e dell’intelligenza emotiva;

    • apprendere e valorizzare la funzione dell’autocontrollo emotivo e in specifico della regolazione delle emozioni per affrontare e contrastare le patologie della dipendenza e del comportamento narcisistico, impulsivo ed antisociale con le sottese emozioni ferite, impulsive, disturbate;

    • acquisire un’ampia gamma di tecniche di ascolto di sé e dell’altro e i fondamenti della tecnica della conduzione di gruppo, basata sui principi dell’intelligenza emotiva, imparando a sviluppare e a gestire le risorse emotive, manifeste o latenti, del gruppo al fine di aiutarlo a raggiungere meglio i suoi compiti e i suoi obiettivi specifici;

    • acquisire strumenti per riconoscere e gestire le dinamiche conflittuali improduttive e nocive all’interno dell’équipe di lavoro, per individuare ed affrontare conflitti, blocchi comunicativi, all’interno del gruppo formativo, terapeutico, didattico, riducendo l’area delle problematiche emotive “non pensate” e non dette;

    • mettere le basi di una nuova attenzione alla soggettività dello psicologo e dell’operatore come fattore di resilienza e di cambiamento, di apertura e non di chiusura al sociale, attraverso esperienze formative ed auto-formative finalizzate all’acquisizione di specifiche competenze nella cura di sé e nell’ascolto dell’altro (psicodramma, mindfulness, autobiografia ).