09 Nov Tagliare le radici dei ricordi?
Mi è capitato di leggere su una rivista “Riza psicosomatica” un articolo che mi ha disorientato e anche fatto arrabbiare. Sono stata attirata da un titolo in copertina: “Come superare i traumi del passato”. Poi ho letto in una pagina interna: “Taglia a poco a poco le radici dei ricordi. Non parlarne più.” Ho subito un lungo abuso da mio zio quando ero bambina e che sto portando avanti da oltre due anni una psicoterapia con tanta fatica economica e di testa. All’interno di questa terapia sono riuscita a guardare in faccia al ricordo della violenza che ho subito e che non ho mai dimenticato, ma che avevo in qualche modo messo da parte e minimizzato, perché non riuscivo a collegare tanti problemi, tante insicurezze e tante paure che si manifestavano dentro di me all’abuso di cui sono stata vittima. Ho impiegato parecchio tempo per trovare la forza e il coraggio per parlare ai miei genitori di quello che mi è successo ed è stata una grande liberazione accorgermi che soprattutto mia madre ha reagito bene a questa comunicazione: non solo non s’è suicidata né è impazzita, come temevo in qualche angolo della mia mente, ma mi è stata in qualche modo vicina. Ma la scelta più importante e faticosa è stata di parlare del mio abuso con il mio fidanzato conosciuto da appena un anno, ma capace di farmi vivere un sentimento che non avevo mai conosciuto. La mia terapeuta mi ha incoraggiato molto a muovermi in questa direzione. Ora leggo che bisognerebbe tagliare le radici dei ricordi, non parlandone più. Il testo così proseguiva “Non coinvolgere in questa atmosfera il tuo mondo esterno alla famiglia (ad esempio un nuovo partner, amici appena conosciuti, colleghi), sia fisicamente che attraverso le tue confidenze. Ciò ti consentirà di viverti più liberamente di mostrarti diverso rispetto al solito ruolo familiare e di non sentirti giudicato da chi non può capire”. Allora sarebbe tutto sbagliato il mio percorso? Mi chiedo come è possibile che degli psicologi possano suggerire di non parlare più dei traumi del passato.
Antonia