Un appassionato lettore di Alice Miller

Un appassionato lettore di Alice Miller

Gentile Dr. Foti, sono un appassionato lettore delle opere di Alice Miller, che ho trovato davvero illuminanti su una serie di questioni, a cominciare ovviamente da quelle strettamente personali, fino a quelle più generali che riguardano l’intera società, in tutti i suoi aspetti. Vorrei chiederle se anche lei, per la sua esperienza, come sottolinea la Miller, ritiene di grande importanza che il terapeuta mostri indignazione nel sentire il paziente raccontare le proprie esperienze traumatiche (dalle violenze fisiche – botte, schiaffi, sculacciate – alle umiliazioni, prese in giro, colpevolizzazioni, ecc.); le chiedo poi se questa indignazione possa risultare utile anche se non propriamente sentita da parte del terapeuta ma, in un certo senso, costruita artificiosamente. Infine le pongo una domanda, che mi pare comunque collegata alla precedente, e cioè se anche lei ritiene necessario un atteggiamento da “avvocato difensore”, e quindi di “non neutralità”. Le pongo queste domande perché sto affrontando una psicoterapia, e avendo letto molti scritti della Miller, condividendo il suo pensiero, mi sono reso conto di non aver trovato nel mio terapeuta queste caratteristiche, e questo mi pone in serio dubbio sulla decisione di continuare con lui o se cercarne un altro. Spero di essere stato chiaro nell’esporle le mie perplessità, e la ringrazio per la sua risposta.
Cordiali saluti
Ernesto