UN PRESIDENTE E UN UOMO DELL’ALTRO MONDO

UN PRESIDENTE E UN UOMO DELL’ALTRO MONDO

UN PRESIDENTE E UN UOMO DELL’ALTRO MONDO

di Claudio Foti

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E’ indicata in questo periodo di festività l’intervista che il presidente dell’Uruguay Pepe Mujica ha rilasciato alla TV Al Jazeera. La trovate su You Tube. E’ indicata in questo periodo di festività attraversato da un consumismo un po’ frustrato dalla crisi, ma sempre mentalmente e socialmente  dominante. E’ straordinario questo Presidente, che sembra un nonno  bonario, ma che in realtà è un politico di grande valore e coerenza e nel contempo è un filosofo e un poeta che merita di essere ascoltato nelle sue riflessioni contro la cultura dello spreco, dell’ingiustizia sociale e  della distruzione delle risorse della natura.

Mujica ha l’età di papa Francesco, latino-americano come lui e ha dei tratti di sincerità e di profondità etica, che lo ricordano, nonostante l’abissale differenza ideologica tra i due. Vengono entrambi dall’altro mondo per il loro comportamento di ruolo e di persona.   Bisogna vederla quest’intervista di Pepe per capire il politico e l’uomo, per osservare  dove abita, come vive nella sua semplice abitazione fattoria e come ragiona con penetrante lucidità.

Molto interessante la ricetta di Pepe per la felicità: vivere in sobrietà, in coerenza con se stessi, ma andando oltre a se stessi e con del tempo libero per fare le cose che piacciono.

Traggo da un articolo de “Il fatto quotidiano”: “Del suo salario di 150.000 dollari l’anno Pepe riscuote solo il dieci percento, 1.250 dollari al mese. A chi lo intervista fa notare, sorseggiando il suo mate, che un incarico presidenziale non dovrebbe cambiare lo stile di vita di una persona. Perché un presidente dovrebbe guadagnare molto più della media dei suoi concittadini?

Quello che colpisce in quest’uomo è la volontà di condurre con l’esempio. Lì dove, povertà e disuguaglianza dominano e non c’è fiducia nello Stato, il cittadino può darti credito solo se gli fornisci un esempio chiaro. Pensate a molti italiani, che oggi vedono lo Stato come un’inconcepibile astrazione, un’astrazione che impone tasse e sacrifici. In un’epoca di bassissima fiducia nelle istituzioni, crisi economica e crescita della disuguaglianza, il supporto popolare a misure rilevanti e radicali può nascere solo dall’esempio di una classe politica che rifiuta lusso e lustrini. Da Pepe avrebbe molto da imparare chi sperpera denaro pubblico a tutti i livelli e anche i tribuni della plebe che chiedono di tagliare mentre navigano nell’oro.

Alla domanda della giornalista di Al Jazeera  come si sentisse a essere il presidente più povero del mondo, Mujica ha risposto che lui non è povero ma sobrio . Sobrio  per perseguire l’interesse comune e non quello dei grandi poteri economici, sobrio per non essere corruttibile. Non è un caso che l’Uruguay sotto la sua presidenza abbia un livello di corruzione bassissimo per un paese sudamericano.

Pepe Mujica è un vecchio signore di 78 anni. Sin dai primi anni ’60 si è dedicato alla politica, aderendo al movimento Marxista-rivoluzionario dei Tupamaros. Per questa ragione, restò in carcere fino al 1985, anno in cui l’Uruguay diventò una democrazia. E così Pepe, come lo chiamano i suoi concittadini, dopo il carcere si convertì al parlamentarismo continuando a fare politica da sinistra. Si è fatto apprezzare negli anni per le sue doti oratorie e la sua semplicità, quella capacità unica di comunicare con la gente. Quella sua capacità di essere popolare senza mai scadere nel populismo. Dal 1994 al 2010, è prima deputato, poi senatore, poi leader del suo partito e infine Presidente della Repubblica.”

 

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