Un progetto per l’aggregazione di gruppi di detenuti con una conduzione basata sull’intelligenza emotiva

Un progetto per l’aggregazione di gruppi di detenuti con una conduzione basata sull’intelligenza emotiva

Presentiamo un’applicazione originale e specifica della nostra metodologia nella conduzione di gruppo di detenuti con reati gravissimi all’interno delle carceri. Il progetto nasce dall’esperienza acquisita in 23 anni di attività nella conduzione di gruppo con l’intelligenza emotiva nelle aree sociali, sanitarie, educative, giudiziarie e scolastiche sulle tematiche più varie a contatto con diversi ruoli sociali e professionali; dalla definizione teorica ed esperienziale di una metodologia di conduzione di gruppo basata sulle tecniche di gioco, sull’espressione emotiva e sull’interazione tra i partecipanti; dallo sviluppo di un intervento sul terreno del recupero psicologico degli autori di reato e dei sex offenders, anche con la sperimentazione di gruppi di comunicazione e di elaborazione emotiva all’interno e fuori delle carceri.

I risultati che abbiamo ampiamente verificato nell’esperienza portata avanti sperimentalmente all’interno del progetto Spiragli (Gruppo Abele, Torino) all’interno della Casa Circondariale Lorusso e Cutugno di Torino sono i seguenti:

1. avvio di un processo di aggregazione e di avvicinamento autentico delle persone a se stesse e agli altri attraverso una crescita della connessione interna ed esterna, prodotta dal riconoscimento, dall’esplicitazione, dall’accettazione e dall’esplorazione delle emozioni;

2. crescita di consapevolezza sull’analfabetismo emotivo che impoverisce le relazioni fra le persone, che finisce per essere responsabile dell’accumulo di sentimenti inespressi e della conseguente esplosione emotiva e perdita di controllo degli impulsi;

3. aumento dei livelli di comunicazione e di fiducia tra i detenuti partecipanti all’esperienza anche al di fuori dell’incontro di gruppo ;

4. imput di sostegno psicologico nei confronti dei detenuti e rinforzo dei processi di elaborazione e maturazione in corso di svolgimento;

5. avvio o sollecitazione di processi elaborativi da parte dei soggetti coinvolti nei confronti del reato compiuto;

6. recupero di ricordi, imput di contratto emotivo con la propria infanzia negata ed umiliata con momenti di riduzione del distacco e emotivo e della dissociazione

7. trasmissione ai detenuti di tecniche (quali la mindfulness) per lo sviluppo dell’autoconsapevolezza e dell’autocontrollo da tentare di applicare e di portare avanti nella quotidianità carceraria;

8. riduzione dei livelli di depressione, disagio psichico e fantasie di violenza.

 

Tali risultati possono essere più coerentemente e più efficacemente raggiunti con un intervento continuativo di 20 incontri per gruppo a scadenza quindicinale nel corso di un anno.

Ogni incontro ha uno svolgimento di circa due ore e mezza. Ad ogni gruppo partecipano non più di 15 detenuti. I gruppi sono affidati a psicologi/psicoterapeuti, esperti nella conduzione di gruppo con l’intelligenza emotiva.

In una prima fase l’intervento viene discusso e progettato in collaborazione con i dirigenti e gli educatori delle case circondariali interessate nell’area Piemontese, con i quali preliminarmente vengono concordati e precisati i criteri di coinvolgimento dei partecipanti e il programma di lavoro e di coordinamento fra conduttori di gruppo e l’equipe degli educatori..

Vengono privilegiate sezioni costituite da “incolumi” o comunque da detenuti autori di reati gravi.

La verifica dello svolgimento del programma e dei risultati raggiunti è affidata a:

a) questionari compilati dai partecipanti per ogni incontro;

b) verifiche tramite incontro con gli educatori e gli operatori ogni due mesi;

c) elaborazione di un test d’ingresso e di un test d’uscita sulla depressione disagio psichico e fantasie di violenza all’inizio e al termine dell’esperienza da parte dei partecipanti;

d) elaborazione di un test d’ingresso e di un test d’uscita sulle competenze emotive dei partecipanti all’inizio e al termine dell’esperienza;

e) verifiche trimestrali nell’intera sezione nella quale si è svolta l’esperienza per valutare le eventuali ricadute positive sul clima complessivo dell’intera sezione ( le modalità di tali verifiche vanno precisate con gli educatori ed operatori)

E’ prevista una pubblicazione conclusiva che valorizzi il ruolo di tutti i protagonisti dell’esperienza: conduttori di gruppo, educatori ed operatori, detenuti coinvolti nel progetto.