CONVOLARE A INGIUSTE NOZZE. IL DRAMMA DELLE BAMBINE-SPOSE

CONVOLARE A INGIUSTE NOZZE. IL DRAMMA DELLE BAMBINE-SPOSE

Di Denise Picone Chiodo


“Vuoi tu prendere lei come tua legittima sposa?”

“Sì, lo voglio”

“Vuoi tu prendere lui come tuo legittimo sposo?”

“Sì, lo voglio”.

L’idea che ci si costruisce sentendo “Si, lo voglio” è che sia un qualcosa che si voglia davvero e che si pronunci con una profonda consapevolezza del significato  che queste parole hanno.

Purtroppo non è sempre così, ci sono situazioni in cui si arriva a pronunciare il fatidico “Sì” senza volerlo, senza averlo deciso e senza averlo scelto. E’ il caso delle spose bambine di Palermo: ragazzine con un’età compresa tra i 13 e i 17 anni nate e cresciute a Palermo ma originarie del Bangladesh, India, Pakistan, Sri Lanka e di etnia Rom. Un’inchiesta ha portato alla luce la drammatica realtà di queste ragazze che vengono costrette dai famigliari a matrimoni combinati; spariscono all’improvviso perché mandate nei paesi di origine per sposare un uomo molto più grande di loro e che non hanno mai visto, solo nei casi migliori conoscono il suo aspetto grazie ad alcune foto che gli vengono mostrate.

Dagli istituti scolastici arrivano numerose segnalazioni, di punto in bianco le ragazze smettono di frequentare la scuola. Nonostante le segnalazioni ai servizi sociali il fenomeno rimane per la maggior parte sommerso, sono poche le ragazze che sanno cosa c’è in programma per loro, numerosi i casi in cui tornano nel paese d’origine convinte di andare a trovare i parenti ma una volta lì si trovano a dover presenziare ad un matrimonio: il loro.

E’ il caso di Krista che a soli 14 anni ha lasciato l’ultimo anno della scuola media per tornare in Pakistan, i suoi genitori l’avevano tenuta all’oscuro di tutto, lei era convinta di andare in vacanza per andare a trovare i cugini che non vedeva da tempo invece, arrivata nel paese di origine, è stata costretta a sposarsi e non è più tornata. Tra coloro che invece sono a conoscenza dei progetti matrimoniali si possono contare pochi casi in cui le ragazze hanno avuto il coraggio e la forza di confidarsi con qualcuno o hanno provato a scappare da quel destino imposto; è il caso di una ragazzina Rom di 12 anni promessa in sposa ad un parente in Francia che ha avuto il coraggio di scappare al suo destino e denunciare ciò che le stava accadendo. Questi casi, però, rappresentano una percentuale molto bassa, infatti, come specificato dal procuratore della Repubblica presso il Tribunale per i minorenni di Palermo Maria Vittoria Randazzo è accaduto che una ragazzina si sia rivolta alla polizia presso il tribunale dei minorenni presentando una denuncia, ma si tratta di un caso: negli ultimi anni situazioni di questo genere si possono contare sulle dita di una mano ma vi è la certezza che siano molti di più.

La grande difficoltà che queste ragazze hanno a denunciare è dovuta al fatto che, rivelare ciò che è in serbo e chiedere in qualche modo aiuto, comporterebbe l’isolamento dalla famiglia e da tutta la comunità di appartenenza in quanto l’unico significato che verrebbe attribuito alla loro denuncia sarebbe di inaccettabile denigrazione, rifiuto e negazione delle loro radici. La rivelazione risulterebbe inconcepibile per un sistema patriarcale caratterizzato da maschilismo, le ragazze sono considerate un oggetto di scambio e di opportunità commerciale perché garantiscono una rendita attraverso il matrimonio combinato.Tante, quindi, si convincono che sia giusto quello che i genitori hanno scelto per loro.

Queste bambine spose, come succede spesso alla seconda generazione di immigrati da paesi dell’Asia, dell’Africa e dell’America Latina,   si trovano a vivere giornalmente un conflitto tra le due culture di appartenenza: da una parte quella occidentale, in cui sono nate e cresciute; dall’altra quella di provenienza dei genitori. La difficoltà maggiore per queste ragazze risiede nella profonda differenza tra alcuni aspetti delle due culture; basti pensare alla pratica che qui prendiamo in considerazione: il matrimonio. Nella cultura di appartenenza dei genitori delle piccole spose il matrimonio combinato ed in età estremamente precoce è un’usanza che si tramanda di generazione in generazione da sempre; nella cultura in cui le piccole sono nate e cresciute, invece, è inconcepibile l’idea del matrimonio combinato, ma soprattutto i casi in questione possono essere considerati come casi di violenza psicologica e sessuale.

E’ possibile parlare di pratiche culturali giuste o sbagliate? Ciò che in ogni caso non è possibile mettere in discussione sono le devastanti conseguenze che un matrimonio contratto in età così precoce porta con sé,bambine e ragazzine che spesso non sopravvivono alla prima notte di nozze, sono soggette a violenze domestiche e a gravidanze precoci; minorenni obbligate a rinunciare alla loro infanzia, vengono portate via da scuola e vedono violato il loro diritto allo studio, insieme ad una lunga serie di altri diritti fondamentali.

Ogni anno, in tutto il mondo, 15 milioni di ragazze sono costrette a sposarsi in età precoce e senza averlo scelto, ciò significa che ogni minuto circa 28 giovani donne sono costrette a pronunciare il fatidico “Sì”. Calcolando circa 5 minuti per leggere questo articolo, durante la lettura approssimativamente 143 bambine sono state private del loro diritto all’infanzia e obbligate a sposarsi.

 

 

SITOGRAFIA

https://palermo.repubblica.it/cronaca/2017/09/09/news/le_spose_bambine_di_palermo_l_allarme_decine_i_casi_poche_denunce_-174978911/

https://www.lasicilia.it/news/palermo/128672/troppe-spose-bambine-e-poche-denunce-a-palermo-apre-l-osservatorio.html

https://it.blastingnews.com/cronaca/2017/09/a-palermo-spariscono-spose-bambine-di-origine-asiatica-002001367.html

https://www.ilsicilia.it/il-fenomeno-delle-spose-bambine-a-palermo-la-vergogna-di-cui-nessuno-parla/

http://www.ilparmense.net/spose-bambine-palermo-dal-mondo/

https://adozioneadistanza.actionaid.it/magazine/matrimoni-precoci-dove/