TRAUMA E TERAPIA PSICOMOTORIA di Nadia Bolognini

TRAUMA E TERAPIA PSICOMOTORIA di Nadia Bolognini

Il trauma è un’esperienza penosa e destrutturante che viene dissociata dalla mente, ma viene immagazzinata al livello del corpo e delle sensazioni fisiche. Pat Ogden afferma: “ Il trauma psicologico è l’esperienza unica individuale di un evento, di una serie di eventi, o di un insieme di condizioni durature nelle quali la capacità del soggetto di integrare la propria esperienza emotiva è sopraffatta. La situazione è percepita come una minaccia per la sicurezza e la sopravvivenza che stimola le risposte difensive subcorticali e l’iper o ipoarousal. La percezione della minaccia avviene non solo attraverso una valutazione cognitiva, ma anche tramite sensazioni e impulsi fisici e fisiologici (Ogden, 2002).

 trauma e terapia s.jpgDENTRO Il corpo riveste così un ruolo molto importante nei soggetti traumatizzati perché  la persona “ricorda” i traumi passati attraverso un’attivazione che ripropone  l’evento traumatico, ovvero attraverso la possibilità di risperimentare  attraverso il contattio corporeo e sensomotorio l’evento traumatico. Questa  risperimentazione produce una particolare tensione nell’organismo, una perdita  di regolazione delle emozioni e delle risposte di difesa. Il trauma infatti è un’esposizione ad esperienze sopraffacenti che non riescono ad essere integrate nei processi mentali ed attivano meccanismi di difesa subcorticali animali e una perdita di equilibrio dell’arousal. L’arousal è la tensione psichica dell’organismo, una tensione che nel soggetto traumatizzato tende ad oscillare verso il basso (con effetti di perdita di energia o di depressione) o verso l’alto (con effetti di un eccesso di agitazione, irrequietezza ed impulsività). I sintomi fisici a volte appaiono così misteriosi e apparentemente privi di basi organiche, da restare a volte inaccessibili al ricordo verbale ed inevitabilmente non integrati e inalterati dal trascorrere del tempo, generando una serie di sintomi distruttivi1.

Van Der Kolk nell’introduzione al testo di Pat Ogden2 evidenzia l’aspetto relazionale del trauma sottolineando come l’essenza del trauma sia un’assoluta impotenza combinata con l’abbandono da parte del soggetto preposto all’accudimento, del caregiver potenzialmente protettivo. La psicoterapia sensomotoria è particolarmente sensibile al fatto che la maggior parte dei traumi si verifica nel contesto delle relazioni interpersonali. Questo significa che il trauma si accompagna nelle vittime, anche e soprattutto, alla violazione dei confini personali, alla perdita di capacità di azioni autonome e al venir meno delle risorse di autoregolazione.

Nel disturbo post traumatico, derivato dall’esposizione di un soggetto ad uno o più eventi traumatici, il passato, il presente e il futuro non sono differenziati ed alcuni aspetti della pregressa esperienza traumatica vengono confusi e rivissuti nel vissuto attuale, nell’esperienza presente. Infatti i pazienti traumatizzati tendono a continuare l’azione o piuttosto il tentativo di azione iniziato al momento del trauma e bloccato dal trauma. Le vittime rimangono imprigionate in queste continue riattivazioni traumatiche (Pierre Janet 1859-1947)

La psicoterapia sensomotoria affronta direttamente il fatto che il passato traumatico continua ad influenzare il modo in cui le persone percepiscono se stesse e ciò che le circonda, e il modo in cui esse si pongono in relazione al mondo intorno a loro: il focus è posto non tanto sulla narrazione del passato quanto sull’auto-esperienza e sull’autoconsapevolezza fisica dei pazienti. La terapia sensomotoria si basa sul concetto che l’esperienza passata viene rappresentata dagli stati fisiologici attuali e dalle tendenze all’azione: il trauma riemerge nel respiro, nei gesti, nelle percezioni sensoriali, nel movimento e nelle emozioni. Il compito del terapeuta non è quello di interpretare il trauma, ma quello di facilitare l’autoconsapevolezza e l’autoregolazione del paziente stesso. Questa finalità sollecita il lavoro terapeutico a puntare sul lavoro con le sensazioni e con le tendenze all’azione, così da poter scoprire nuovi modi di muoversi nel mondo.

Nei soggetti traumatizzati il contatto umano e la sintonia sono elementi cardine dell’autoregolazione fisiologica. Quindi è estremamente importante che prima di stabilire una fiducia tra paziente e terapeuta si aiuti il paziente a creare una sensazione fisica di controllo delle proprie reazioni emotive e corporee, lavorando sulla creazione dei confini fisici, esplorando modi per regolare la tensione psico-fisica dell’organismo (usando il contatto col respiro e col movimento corporeo) e per riacquistare la sensazione fisica di essere in grado di difendersi e di proteggersi.

Nella psicoterapia sensomotoria risulta rilevante lavorare anche sugli aspetti positivi, su come il paziente sia riuscito a sopravvivere al trauma, su quali risorse egli ha potuto attivare per sopravvivere all’evento traumatico, piuttosto che affrontare esclusivamente il dato negativo, ciò che si è “rotto” con l’evento traumatico. Nella psicoterapia sensomotoria si compie una grande sforzo per aiutare le persone a comprendere che le loro sensazioni interne si modificano e cambiano continuamente e ad apprendere un certo controllo su di esse, sui loro stati fisiologici. I pazienti così possono esperire e capire che ricordare il passato non porta inevitabilmente ad emozioni oppressive e possono esplorare nuovi modi per influenzare le proprie organizzazioni interne.

In molti approcci terapeutici si cerca di aiutare il paziente a trovare le parole per descrivere le spaventose esperienze che hanno subito, mentre nella psicoterapia sensomotoria si include il corpo come percorso principale nell’elaborazione del trauma. Si cerca di trovare una via d’accesso al trauma partendo direttamente dalle sensazioni corporee e dal movimento. I pazienti vengono aiutati a sviluppare un atteggiamento mindful, ovvero un atteggiamento di attenzione e di consapevolezza attraverso cui si può imparare ad osservare in modo curioso, benevolo e non giudicante le proprie sensazioni fisiche, percezioni, emozioni, i propri pensieri e le proprie tendenze all’azione.

1 Van der Kolk & Van der Hart, 1991

2 Pat Ogden- Kenuni Minton- Clare Pain, 2006 pag. XXIII