Stare bene a scuola. Progettare l’inclusione

Stare bene a scuola. Progettare l’inclusione

In questi anni, dal mondo della scuola, abbiamo recepito una ricorrente domanda di cooperazione per trovare insieme risposte educative efficaci a quegli atteggiamenti, comportamenti, relazioni, all’interno delle classi, che diventano fonte di disagio per gli alunni e per gli insegnanti: problemi relazionali ed affettivi, assenza di motivazione e rifiuto ad apprendere, incapacità a rispettare le regole, bullismo, problemi familiari, malessere adolescenziale, che nella scuola si riversano, si rielaborano, entrano in sinergie negative con il disagio e le difficoltà dei docenti, si manifestano in forme peculiari.
In particolare abbiamo riscontrato l’interesse dei docenti per i seguenti temi:
  • l’alfabetizzazione emotiva
  • l’educazione alla “calma”, alla riflessività, il contrasto benevolo all’impulsività
  • l’educazione alla affettività e alla sessualità
  • il contrasto all’aggressività e alla violenza, nelle forme specifiche del bullismo, o comunque della violenza individuale e di gruppo, anche in relazione alle nuove forme di abuso legate ai social media
  • l’ascolto del minore presunta vittima di maltrattamento ed abuso: i segnali del disagio, le linee guida e le strategie di intervento, anche alla luce della nuova normativa nazionale ed internazionale
  •  l’intervento di prevenzione dell’insuccesso scolastico
  • E’ possibile contattare il

    Centro Studi Hansel e Gretel Onlus
    Corso Roma 8, 10024 Moncalieri (TO)
    tel: 011 6405537   –  fax: 011 19771997
    e mail: info@cshg.it
    apertura: da lunedì al venerdì 9:00 – 16:00
    Verrete contattati per una valutazione, senza alcun impegno, delle vostre esigenze e vi forniremo il relativo preventivo

     

    BluBLA MENTE ABBRACCIA IL CUORE. LO SVILUPPO DELL’INTELLIGENZA EMOTIVA NEI BAMBINI DAI QUATTRO AI SETTE ANNI

    I dati di molte ricerche, anche italiane, indicano che i minori si stanno avviando all’età adulta con grosse carenze relative all’autocontrollo, alla capacità di gestire la propria collera e all’empatia.
    Altre ricerche condotte a livello mondiale hanno mostrato la tendenza, nell’attuale generazione di bambini, di un maggior numero di problemi emozionali rispetto a quella precedente.
    Da queste osservazioni nasce l’esigenza di insegnare ai bambini e agli adolescenti l’alfabeto emozionale, quale insieme di capacità interpersonali ed intrapersonali essenziali alla loro vita.

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    verdeBPORTARE LA CALMA NELLA SCUOLA: L’ABICÌ DELLA MEDITAZIONE DI CONSAPEVOLEZZA PER I BAMBINI

    In famiglia e nelle istituzioni i bambini sono spesso coinvolti da logiche e da comportamenti degli adulti che spingono alla fretta, all’efficienza, all’ansia legata alla richiesta di prestazioni talvolta contrastanti con le possibilità e le aspirazioni dei bambini. Una delle conseguenze è la comparsa di rilevanti segnali di irrequietezza, ipercinetismo, agitazione, ma anche di depressione, solitudine, difficoltà emotive e relazionali. Il corpo diventa spesso strumento inconsapevole di questi vissuti. Attraverso la meditazione possono ritrovare un momento di tranquillità e riscoprire il proprio corpo, sentire l’energia, la stanchezza o la tensione.

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    rossoBEDUCAZIONE ALLA SESSUALITA’ E ALL’AFFETTIVITA’ IN ADOLESCENTI E PREADOLESCENTI

    I minori di oggi sono senza dubbio più esposti rispetto alle generazioni precedenti ad una più intensa sollecitazione di stimoli sessuali da parte dell’ambiente sociale e mediatico. Sono spesso più svegli, più incuriositi, ma non per questo più capaci di affrontare in modo costruttivo le problematiche sessuali. Questo dato comporta per i minori un ampliamento delle conoscenze, ma nello stesso tempo aspetti problematici di disagio e confusione, perché alla maggiore stimolazione in campo sessuale non ha corrisposto un aumento di presenza, di chiarificazione e di dialogo da parte degli adulti.

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    fucsiaBINTERVENTO DI ELABORAZIONE DELL’AGGRESSIVITÀ E DELLA VIOLENZA TRA I BAMBINI E GLI ADOLESCENTI NELLA SCUOLA

    Si assiste all’interno della scuola e delle comunità, ad uno sviluppo di svariate forme di aggressività tutt’altro che sana ed adattativa: aggressività autodistruttiva; violenza manifesta contro i compagni; violenza aperta nei confronti dell’autorità. Esistono anche forme di conflitto aggressivo che, senza raggiungere standard di violenza aperta, rappresentano un fattore di forte disturbo delle relazioni e delle possibilità di crescita e maturazione. L’intervento di prevenzione per essere efficace deve rivolgersi a tutti gli alunni e non può isolare un gruppo di ragazzi problematici o deviantiin quanto è fondamentale evitare effetti di stigmatizzazione.

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    bluscuroBAUTODIFESA MENTALE E FISICA: UNA RISORSA IMPORTANTE DA SVILUPPARE

    I diffusi episodi di molestia sessuale, verbale e fisica, minacciata o agita, per strada e in numerosi altri ambienti, producono tensione, ansia ed insicurezza soprattutto nelle donne e nelle ragazze.
    Nell’attuale contesto sociale, si pone l’esigenza di una cultura dell’autodifesa che non favorisca l’atteggiamento allarmistico del “si salvi chi può” o della corsa ansiosa ed individualistica a sviluppare i muscoli e ad armarsi, ma che, al contrario, si ponga in una posizione di riflessione sui rischi realistici che riguardano in modo specifico le persone.

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    gialloBL’ASCOLTO DEL MINORE E L’INTERVENTO NEI CASI DI DISAGIO, MALTRATTAMENTO ED ABUSO

    La scuola costituisce un osservatorio privilegiato della condizione del bambino e del ragazzo: è l’unica istituzione da cui passano tutti i bambini e nella quale vi rimangono per parecchie ore al giorno e per diversi anni. Gli insegnanti possono conoscere i minori nella loro quotidianità, cioè nei loro comportamenti più differenziati, più immediati ed autentici.
    Con una adeguata formazione gli insegnanti possono cogliere quindi quei segnali di disagio che gli allievi evidenziano e che funzionano come campanelli d’allarme.

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    LA MOTIVAZIONE AD INSEGNARE E AD APPRENDERE.

    L’intervento formativo rivolto ai docenti è finalizzato alla ricerca di modalità relazionali e didattiche adeguate per affrontare il problema degli studenti “a rischio scolastico”.
    Sono studenti, che non solo presentano difficoltà in una o più aree di studio, ma che assumono spesso nei confronti della scuola comportamenti ostili, aggressivi, di chiusura e di rifiuto dello studio; presentano svogliatezza, indifferenza agli insuccessi, trascuratezza nell’esecuzione dei compiti, disorganizzazione del lavoro scolastico, incostanza nell’impegno. Sono studenti che rischiano uno stress sotto il profilo cognitivo, che li espone ad una frustrazione crescente.

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